OBIETTIVI:
Attraverso il racconto di un giovane cervo che sta cambiando aspetto e abitudini (spuntano i palchi, perde le chiazze sul manto, si allontana dalla madre per una vita più avventurosa e solitaria …) anche le coccinelle scopriranno che alcuni cambiamenti che stanno vivendo o che vivranno (cambiamenti fisici, passaggio di scuola, passaggio al riparto…) sono naturali e belli perché significano novità adatte al loro momento e alla loro maturità…

IL RACCONTO

Era ormai marzo inoltrato ed il Bosco dei Reali era tutto in fermento: la primavera era alle porte! Tenere foglioline verdi e boccioli profumati spuntavano sui rami degli alberi e gli animaletti che erano andati in letargo si stavano risvegliando dal loro sonno profondo. Il riccio, lo scoiattolo, la formica uscivano dalle loro tane e si tornava a vederli in giro, affaccendati. “Finalmente un po’ di movimento” pensava il cerbiatto Martino, che aveva appena vissuto la sua prima stagione fredda. “ Certo, l’inverno mi è piaciuto: stare con la mamma nella tana, al caldo e coccolati, e vedere la neve poi! Che bianca e che soffice! Però la primavera… è proprio speciale!”

Martino era un cerbiatto curioso, a cui piaceva molto guardarsi in giro, osservare e sperimentare sempre nuove avventure. Così, quando la mamma un bel giorno gli propose di allontanarsi dal Bosco dei Reali per spostarsi nella vicina Radura dei Faggi, che aveva un’erba freschissima, ideale per il pascolo estivo, accolse di buon grado il suo invito. Subito entusiasta si preparò per il viaggio che lo aspettava: non vedeva l’ora di partire e conoscere un posto nuovo! Quando però capì che la mamma non l’avrebbe accompagnato, diventò timoroso: “Mamma sei sicura che possa partire da solo? Come farò ad arrivare senza di te? E una volta lì, cosa farò?”. Ma la mamma lo rassicurò subito: “Martino, stai diventando grande: ogni giorno di più vedo in te un vero cervo! Ti ho insegnato tutto quello che ti serve sapere, non ti preoccupare. È arrivato il momento di lasciare la tana e vivere una nuova avventura, tutta tua!”. “La mamma ha ragione”, pensò Martino, “ormai sto diventando un giovane cervo. Sarà per questo che il mio manto candido e lucente, con le macchioline bianche sul dorso, sta perdendo pian piano tutte le sue chiazze? E questi bozzoli che mi stanno spuntando sulla testa, diventeranno dei grandi palchi come quelli di papà? Forse è il segno che sto cambiando e sono pronto per una nuova esperienza!!!” Martino era un po’ dubbioso, tanti erano i cambiamenti che lo vedevano protagonista, ma la mamma gli aveva assicurato che sarebbe andato tutto per il meglio. Così il giorno successivo, di buon mattino, la salutò con affetto e si avviò lungo il sentiero.

Martino camminò per quelle che sembrarono ore. Mancava ancora tanto? Non sarebbe dovuto già arrivare?

L’incertezza lo assalì: Stava andando nella direzione sbagliata? Non si era mai allontanato così tanto dalla sua tana, non riconosceva più il paesaggio intorno a lui. Che fare? Martino cercò di non perdersi d’animo. Si fermo ad abbeverarsi ad una fonte ed iniziò a pensare. Dopo un po’ la soluzione gli balenò alla mente. “Ma certo, che sciocco! La mamma mi ha insegnato un sistema infallibile per orientarmi! Devo solo cercare bene tutti gli indizi che nella natura mi aiutano a trovare il Nord, e poi potrò proseguire”

Accertatosi che la direzione presa fosse quella giusta, Martino procedette tranquillo. “Sono sulla strada giusta!” pensò “Non devo far altro che andare dritto e presto arriverò”. Lungo il percorso aveva visto alcune impronte familiari, c’erano altri giovani cervi che, come lui, avevano intrapreso la gran strada verso la Radura dei Faggi, non era solo!! E se ascoltava attentamente poteva anche sentirli canticchiare lungo il cammino…

Ad un tratto il sentiero si fece impervio: la strada era così in salita ed una parte leggermente franata, che Martino non sapeva come andare avanti. Doveva superare la frana, senza che gli zoccoli scivolassero. Avrebbe proprio avuto bisogno di qualcosa su cui arrampicarsi… fu così che gli venne in mente di quella scaletta fatta di liane e di rami che i castori avevano costruito durante l’autunno e senza perdersi d’animo provò a fare altrettanto…

Quanti ostacoli aveva dovuto superare, ma la fatica era stata ripagata. Martino vedeva la sua meta sempre più vicina. Il Bosco fitto infatti si stava pian piano aprendo, man mano che il giovane cervo si avvicinava, rivelando una splendida radura soleggiata: la Radura dei Faggi! Che erba verde vedeva Martino intorno a sè! Sudato, ma felice ne brucò subito qualche filo: che tenera! Il giovane cervo non stava più nella sua pelliccia! Non vedeva l’ora di esplorare questo nuovo posto, che sembrava davvero meraviglioso, e di crearsi la sua nuova tana. E senza neppure riposarsi, iniziò la sua perlustrazione.

SUGGERIMENTI

Al racconto può seguire un attività pratica con alcune prove come la proposta di un canto, la costruzione di una scaletta con i nodi o un gioco sui punti cardinali e i venti.