Obiettivo: scoperta dei sentieri della coccinella

In un luogo come questo, non molto lontano da qui, viveva una coccinella di nome Mina. Era piccola e doveva ancora scoprire la bellezza della natura che la circondava. Sapeva che le coccinelle più grandi avevano cominciato il loro volo e avevano raggiunto la cima della montagna.

Anche se la meta le sembrava tanto lontana, anche lei voleva iniziare il suo volo per conoscere tutti i segreti della natura e arrivare lassù.
Così in un giorno di sole partì e seguì un sentiero che conduceva in un bel prato verde con i fiori dai mille colori. In questo prato si trovavano api e farfalle che volavano di fiore in fiore per prendere il nettare. C’erano delle formichine, che tutte in fila portavano nel formicaio le provviste che avevano appena recuperato. C’erano poi le cavallette, che con grandi balzi saltavano da una foglia all’altra. Mina era proprio emozionata, era tutto nuovo per lei, così cominciò a muoversi di qua e di là per vedere quello che aveva attorno.

Ad un certo punto sentì che qualcuno la chiamava “Ehi coccinella! Fermati!”. Mina si fermò. “Ciao! Io sono Mina!”.
Davanti a lei si trovava una formica. “Ciao Mina! Benvenuta nella nostra famiglia felice. Siamo molto contenti di vederti! Però vedi, nel nostro prato non puoi fare quello che vuoi! Qui ognuno ha tante cose da fare. Noi formiche dobbiamo prendere le provviste e rientrare in fila nel nostro formicaio, le api e le farfalle devono cercare i fiori per prendere il nettare. Non puoi andare di qua e di là così velocemente come stavi facendo, rischi di combinare qualche danno! Devi essere ubbidiente, in modo tale che ognuno possa svolgere il proprio compito in tranquillità!”. “Scusate non
lo sapevo…cercherò di stare più attenta allora.” rispose Mina con un sorriso. Mentre stava per finire la frase arrivò vicino a lei una farfalla. “Ciao Mina! Ho sentito che sei appena arrivata nel nostro prato!” disse con gioia la farfalla. “Oh mamma, ma cosa hai fatto alle tue ali? Sono tutte sporche!”. Mina si guardo le ali e capì cosa intendesse la farfalla…mentre si era mossa da una parte all’altra del prato si era sporcata tutte le ali e non se ne era nemmeno accorta. “Mina, dobbiamo fare qualcosa, non puoi tenere le tue ali così! Guarda noi farfalle e anche le api, teniamo sempre in
ordine le nostre ali perché ci servono per volare. Anche a te servono! Qua nel prato insieme a noi puoi imparare anche tu ad essere ordinata! Vieni, ti accompagno al ruscello, così puoi pulirti per bene!”. La farfalla, sempre con espressione gioiosa, accompagnò Mina al ruscello, dove scorreva acqua limpida e fresca. Si pulì le ali e ringraziò la farfalla. Fino a quel momento non aveva dato molta importanza alle sue ali. Solo allora si rese conto di quanto belle e utili fossero quelle ali rosse con i sette puntini neri.

Ora che grazie ai suoi amici del prato aveva conosciuto la gioia che era sempre presente sul loro volto e aveva imparato ad essere sempre ubbidiente e ordinata, con le sue belle ali poteva finalmente iniziare il suo volo nel bosco. Il sentiero che stava percorrendo era un po’ più impegnativo rispetto a quello del prato, ma non aveva paura, perché sapeva che anche lì avrebbe scoperto un sacco di cose nuove. Gli alberi erano fitti e sembrava che tutto in quel bosco dormisse…ma bastava solo avere un po’ di pazienza. Subito gli animaletti del bosco, accortisi del suo arrivo, si avvicinarono incuriositi a lei e la accolsero con gioia. Scoiattoli, picchi, puzzole e volpi, si presentarono e le mostrarono le meraviglie del bosco. All’improvviso il cielo si oscurò e scoppiò un forte temporale. Tutti gli animaletti corsero a ripararsi nelle loro tane e Mina si fece ospitare da uno scoiattolo nella sua tana nell’albero.
Tuoni e fulmini spaventavano Mina, che non aveva mai visto un temporale. Tremava di paura. Lo scoiattolo, che la vedeva tremare, le chiese “Hai paura?”. Ma Mina non voleva dire la verità, non voleva che gli altri la prendessero in giro perché era una fifona, così disse “Macché, paura io del temporale?”. Allora lo scoiattolo, che aveva capito benissimo che non era la verità le disse “Mina, non serve dire le bugie! Anche se hai paura, non ti preoccupare, non ti prenderemo in giro! Qui nel bosco puoi imparare quanto è bello essere sempre sinceri e leali nei confronti degli altri. Solo così possiamo stare bene insieme!”. Mina allora imbarazzata disse “Hai ragione, non sono stata sincera…sto tremando dalla paura! Non ho mai visto un temporale!”. Lo scoiattolo allora la tranquillizzò “Non temere, non ci succederà nulla. È importante che ogni tanto venga anche la pioggia, così le piante possono dissetarsi e i ruscelli riempirsi di acqua fresca. Tra un po’ passerà e tornerà a  splendere il sole!”. Mina allora si tranquillizzò, però stava iniziando ad annoiarsi. Con la pioggia non poteva volare in giro ad esplorare il bosco. All’improvviso sentì uno strano suono. Sembrava un battito di ali, così mise la testolina fuori dalla tana per vedere cosa stesse succedendo. Un gufo si era appollaiato su un ramo lì vicino. Lo scoiattolo le spiegò che era l’animale più saggio del bosco. Probabilmente si era svegliato con il rumore del temporale. Il gufo con il suo verso, richiamò tutti gli animali del bosco, che si avvicinarono all’albero. Cominciarono tutti a cantare e a danzare sotto la pioggia. Il gufo allora, vedendo la faccia stranita di Mina le disse “Vedi cara coccinella, qua nel bosco cerchiamo di essere sempre contenti. Anche nei momenti in cui c’è qualcosa che non va, come adesso che sta piovendo, noi cerchiamo di vedere il lato positivo! È un’occasione per stare tutti vicini sotto gli alberi, per cantare e danzare in allegria.”. Mina era veramente stupita. Nonostante la pioggia, tutti gli animali erano contenti perché avevano la possibilità di stare insieme come una grande famiglia felice. Quando il temprale finì, il sole tornò a splendere alto nel cielo e tutti gli animaletti ritornarono a svolgere le proprie faccende quotidiane. Mentre faceva un ultimo giro nel bosco per salutare e ringraziare gli animali che aveva conosciuto, qualcosa attirò la sua attenzione. Si avvicinò per vedere di cosa si trattasse. Era un fiore formato da tante campanelle bianche, era un mughetto. La vista di quel fiore la lasciò stupefatta e le fece ricordare tutte le cose che aveva scoperto nel bosco: aveva imparato ad essere sempre sincera e contenta. Sentiva che il suo cuore era pieno di gioia ed era pronta a volare ancora più in alto.

Cominciò quindi il suo volo sul sentiero della montagna. La salita non era facile, ma la cima era lassù che l’aspettava e la voglia di volare sempre più in alto era davvero tanta. Mentre Mina era immersa nei suoi pensieri, qualcosa di grande le volò vicino e, spostando tutta la corrente d’aria, fece sobbalzare la coccinella per un istante facendole perdere l’equilibrio. Mina sgranò
bene gli occhi per capire di cosa si trattasse: era un’aquila, che stava volando velocissima senza guardare con attenzione dove andasse. “Ehi tu!” urlò Mina “Guarda dove vai! Non hai nemmeno rispetto per i più piccoli di te?”. Ma l’aquila era già troppo lontana per sentirla. “Se la ribecco, gliene dico quattro” disse Mina tra sé e sé. In quel momento, dalle rocce uscì un animale elegante e maestoso: era uno stambecco, che aveva assistito a tutta la scena. “Buongiorno coccinella! Devi stare tranquilla, sono sicuro che l’aquila non lo ha fatto apposta, lei è sempre gentile con tutti gli altri animali che vivono qui sulla montagna. Ma in questi giorni è molto indaffarata perché deve costruire il suo nido e ha paura di non riuscire a costruirlo in tempo e quindi vola da una parte all’altra per recuperare tutto il materiale necessario. Anche se ti ha fatto arrabbiare, non è un buon motivo per non volerle bene. Sono sicuro che avrai l’occasione di conoscerla meglio e di ricrederti. Qui sulla montagna cerchiamo di voler sempre bene a tutti”. La coccinella ripensò a quello che aveva urlato contro l’aquila e capì che effettivamente non si era comportata bene nemmeno lei. Se l’avesse rivista le avrebbe chiesto scusa per aver detto quelle brutte cose contro di lei. Mina e lo stambecco continuarono insieme il sentiero in salita e lui spiegò alla coccinella tutto ciò che c’era da sapere sulla montagna. Man mano che salivano, Mina era sempre più emozionata; si guardava attorno e vedeva il panorama che la circondava. Vedere le cose dall’alto era tutta un’altra cosa.
All’improvviso Mina vide correre verso di loro un altro stambecco “E’ successo di nuovo!” urlò, parlando con lo stambecco che camminava a fianco a lei. Mina non capiva. Allora lo stambecco le spiegò che si riferivano proprio all’aquila che aveva visto prima; negli ultimi giorni c’era un forte vento, che aveva distrutto più volte il suo nido, disperdendo i rametti ovunque. L’aquila ogni giorno doveva rimettersi al lavoro e iniziare a costruire il nido da capo e questo sarebbe successo fino a quando non avrebbe raccolto e messo vicino un numero di rametti sufficiente a resistere alle forti raffiche di vento. Tutti gli animali della montagna si erano radunati vicino all’aquila, che era ormai disperata. “Non ti preoccupare!” le dissero in coro tutti gli animali “Ti aiuteremo noi! Raccoglieremo tutti i rametti che troveremo, in modo tale che tu ne abbia a sufficienza per costruire un solido nido! Siamo una famiglia, e saremo contenti solo se potremo renderci utili!”. La coccinella si era emozionata a quelle parole. Voleva rendersi utile anche lei! Così si misero subito all’opera. Ognuno fece la sua parte e alla fine l’aquila riuscì a costruire un solido nido, ringraziando tutti quanti per l’aiuto. Senza nemmeno accorgersene, Mina era arrivata in cima alla montagna. Da lì riusciva a vedere tutti i sentieri percorsi. Mentre si guardava attorno per osservare le meraviglie che la circondavano, vicino a lei vide un fiore blu con un grande calice, era una genziana. La vista di quel fiore le ricordava quanto fosse stato arricchente percorrere quel sentiero, il più faticoso, ma dove aveva imparato le cose più importanti: voler bene a tutti e rendersi utile.

Ora sentiva che tutta la gioia che portava dentro di sé, doveva donarla a chiunque incontrasse. Il volo nel prato, nel bosco e sulla montagna le aveva fatto scoprire le meraviglie della natura e quanto fosse bello conoscere e amare gli animali e le piante che la circondano.

Non vedeva l’ora di condividere tutto questo con gli altri.