… Dicevamo che la consapevolezza di Francesco a proposito della necessarietà della comunione con Cristo era grande: “Io sono la vite voi i tralci”.A Cristo sempre il “primo posto”.  Gesù il Gran Re, Francesco solo l’araldo.

Da qui la sua grande devozione all’Eucaristia: la presenza di Gesù nella vita di tutti i giorni e in quella presenza ritrovare gli amici, i poveri, i bisognosi.

Poi la penitenza per la salvezza di molti, le sue ore di preghiera personale, le sue prediche capaci di smuovere i cuori e attrarre nella sua fraternità un numero sempre crescente di giovani in cerca di nuove motivazioni per la loro vita.

Francesco non ha la preoccupazione di salvarsi l’anima da solo, ma quella di dare alla sua epoca l’impronta del Vangelo, della misericordia, del perdono, della pace, di una umanità autentica vissuta in tutta la sua ricchezza di esperienze tenute insieme dalla preghiera cioè dal colloquio quotidiano e intenso che egli rivolgeva a Dio, memore dello sguardo amico e fraterno con cui il Crocifisso di San Damiano gli aveva scaldato il cuore.

Noi… a che punto siamo?

CONTINUA…

Buona Caccia.

Don Angelo Balcon. Baloo d’ Italia.