Il 26 novembre prossimo ricorre la festa di San Basolo. Il suo nome di origine tedesca significa “sforzo” “fatica” e dunque “resistente come roccia”. Lo stesso nome era usato dai romani per indicare quelle pietre di notevoli dimensioni utilizzate per la pavimentazione stradale.
Basolo, visse nelle foreste intorno a Reims ed aveva risposto alla sua vocazione diventando un uomo di Dio: un monaco eremita. La sua vita era scandita dalla preghiera e dalla meditazione della Parola di Dio, dallo stare nella natura, del cibarsi di quanto la natura gli offriva: segno della generosità di Dio nei sui confronti.
Anche la popolazione della zona collinosa di Verzy lo cercava perché le sue parole riempivano i loro cuori.
Siamo nel VII secolo dopo Cristo; a Reims da poco più di un secolo era battezzato Clodoveo il re dei Franchi. La zona però è ancora minacciata da scorribande di Barbari. Basolo era stato fortunato perché era riuscito ad avere uno dei pochi libri che raccoglievano nella sua lingua alcuni testi della Bibbia. Si era costruito con le sue mani un grande leggìo sul quale appoggiava quel grosso e pesante testo.
In una radura nella foresta Basolo, immerso nel silenzio custodito da grandi querce, leggeva in piedi la Parola di Dio e pregava il Libro dei Salmi insieme alle persone che andavano a trovarlo.
Un giorno, un grosso cinghiale arrivò di corsa e si mise seduto ai suoi piedi. Il Santo lo vide arrivare, ma continuò a leggere: vivendo nella foresta, sapeva come comportarsi in quelle occasioni. Il cinghiale era davvero minaccioso per le sue dimensioni, ma all’udire la voce di Basolo si fermò, immobile e si tranquillizzò. Si sedette sulle zampe posteriori e sembrava che stesse ad ascoltare quelle parole che anche nel cuore delle persone possono portare pace ed avvicinare alla misericordia di Dio.
Nel frattempo, dietro ad alcuni cespugli, due cacciatori armati di arco, frecce e lance si fermarono ad osservare quella scena: rimasero a bocca aperta ed anche loro ascoltarono le parole del monaco. Alla fine promisero a Basolo che non avrebbero fatto del male al cinghiale, ma non avrebbero più ucciso gli animali che avessero vissuto presso la sua capanna.
…Bene, adesso provate a pensare cosa si può proporre con questa storia a disposizione, ma tranquilli due o tre cosette sono già pronte.
Don angelo balcon – Baloo d’Italia.