Dalla Regola ed esortazioni (Cap. X) [FF 104]
Nel capitolo “dell’ammonizione e della correzione dei frati”, troviamo queste parole: “E coloro che non sanno di lettere, non si preoccupino di apprenderle, ma facciano attenzione che ciò che devono desiderare sopra ogni cosa è di avere lo Spirito del Signore e la sua santa operazione”.Eloi Leclerc, in un suo libretto del 1993, intitolato Francesco d’Assisi, “Un maestro di preghiera”, ci avverte che “siamo al cuore degli insegnamenti di Francesco sulla preghiera”, ma dice anche che in quelle parole andiamo al cuore della sua esperienza personale: “desiderare sopra ogni cosa di avere lo Spirito del Signore e la sua santa operazione”. Essere come Gesù ed operare come Lui. [Eloi Leclerc, Francesco d’Assisi: un maestro di preghiera, Ed. Biblioteca francescana – Milano 1993 – p 10].
Questo implica un cammino di perfezione, richiede un disegno per la propria vita, delle mete da raggiungere verso le quali traguardare la propria Strada personale, tenendo ben fermi il punto di partenza e quello di arrivo: il fonte battesimale e la Gerusalemme del cielo. Le semplici nozioni di orientamento che abbiano appresi da lupetto, le attività più complesse vissute da esploratori ci hanno dato le competenze tecniche per leggere una carta, trovare il sentiero, imparare a capire dove ci troviamo qualora smarriamo il percorso. Da Rover prima e da capi poi quell’esperienza di gioco e di tecnica, di avventura e di impresa, diventa una metafora della nostra stessa vita e procedendo in essa, sempre più ci accorgiamo di aver bisogno di una ottima bussola: la nostra Promessa. Con lo scorrere del tempo, nei vari passaggi verso la Partenza e dunque verso la maturità, la Promessa ci ricorda sempre dà i “cardini” fondamentali e nelle difficoltà di tenere a dritta la nostra canoa, si fa regola di vita.
La nostra Promessa diventa così un punto d’incontro formidabile tra ciò che Francesco desiderava per i suoi frati e lo scautismo. Le parole di Francesco si allargano fino a comprendere il nostro desiderio: vivere una vita buona e trascinare dentro questo sogno di Dio per noi tanti altri fratelli e sorelle che incontreremo sul nostro cammino, primi tra tutti quei Lupetti che “serviamo” con la nostra persona, nel nostro tempo libero, con un metodo educativo che ci spinge sempre a dare il meglio di noi stessi.
La Promessa scout, rinnovata di anno in anno in occasione della festa di San Giorgio, e che ogni Akela, a dire il vero, rinnova in cuor suo ogni volta che riceve la Promessa di ciascuno dei suoi Lupetti, è una regola di vita cristiana che sa adattarsi alle varie età.
Nell’età lupetto comincia a diventare una speciale “consegna morale” vissuta più semplicemente nella Parola maestra;
nell’età da esploratore essa sostiene sogni, progetti e avventure mettendo le basi per una giovinezza sana e rafforzando il carattere e moderando le intemperanza più estreme;
nell’età giovanile, quella dei tanti rover che prestano servizio nei nostri branchi essa sostiene le scelte più coraggiose fino a far maturare, come terreno fertile, l’ideale del servizio: l’ideale che è proprio quello di “operare come Gesù”.
CONTINUA…
Buona caccia!
Don Angelo Balcon – Baloo d’Italia.