L’infanzia è stata rapita da chi non è interessato ai bambini e alla loro felicità ma a loro come… consumatori.
I suoi educatori, riconoscendo la novità della problematica da affrontare e con un sacrificio personale non da poco, sono usciti dagli schemi e gli hanno ridato la libertà.
E così un giorno, mentre Mowgli dormiva, scesero giù dagli alberi, s’impadronirono di lui e due delle più robuste scimmie, afferratolo per le braccia, si slanciarono con lui su per i rami più alti, e via per miglia e miglia sempre saltando di albero in albero, lo portarono lontano dai suoi amici.
B.-P., nel Manuale dei Lupetti, ci racconta come Mowgli fu rapito dal Bandar-log, dal popolo delle scimmie e questa è un’immagine che dipinge molto bene la situazione dell’infanzia oggi.
Mowgli era assieme ai suoi due amici che lo stavano crescendo per essere in grado di cavarsela nella giungla, Baloo attraverso l’insegnamento delle parole maestre, Bagheera con la caccia e l’allenamento fisico.
Le Bandar decidono di rapire Mowgli per farsi notare dal popolo della giungla, lo prendono con loro per usarlo per i loro scopi, se mai ce ne fossero di chiari. Facendo un parallelo con il presente, possiamo dire che l’infanzia è stata rapita da chi non è interessato ai bambini e alla loro felicità ma a loro come…consumatori.
I bambini scompaiono, non solo perché ne nascono di meno, ma soprattutto perché gli adulti, trattandoli subito da grandi, non riconoscono loro una specificità.
Genitori e figli fanno le stesse cose: guardano la tv, giocano con i videogiochi, navigano su internet, si vestono, mangiano, parlano ed interagiscono allo stesso modo, esprimendosi con gli stessi gesti e le stesse parole. Si inventano pochi giocattoli per i bambini ma moltissimi gadget per tutti, e nei parchi giochi come Disneyland grandi e piccoli hanno gli stessi comportamenti e le stesse reazioni. Di fatto la stessa età.
In casa e fuori, condividono e utilizzano in maniera identica gli stessi spazi.
Che ci sia una alterazione dei ruoli? Che il crinale fra adulti e bambini sia venuto meno perché va sfumando la responsabilità degli uni e crescendo quella degli altri? Perché è la responsabilità stessa che si perde in questa postmodernità? Potremmo sostenere che la caratteristica precipua di questo tempo è
l’”adultizzazione” dei piccoli e l’“infantilizzazione” dei grandi?
La preoccupazione sempre maggiore degli adulti nei confronti dei bambini non deve essere scambiata per attenzione, come spesso accade, fornendo un prezioso alibi all’inadeguatezza educativa. (Marina D’Amato, Ci siamo persi i bambini: Perché l’infanzia scompare, Laterza, 2014).
Chi si occupa di educazione, chi desidera mettere i bambini al centro del proprio servizio, chi vuole dedicarsi della crescita dell’infanzia non può rimanere indifferente davanti a quanto accade ai più piccoli.
Anche Bagheera e Baloo, che mai avevano osservato il Bandar-log tra le cime degli alberi, e mai si erano interessati a loro, dovendo capire che fine aveva fatto il “loro” cucciolo d’uomo, prima iniziarono a inseguire il popolo delle scimmie, poi si fermarono, rifletterono e fecero un piano. Di fatto Bagheera e Baloo si
sono messi in discussione e hanno guardato alla realtà con occhi diversi, modificando la prospettiva di analisi del problema che si era creato. Si sono poi affidati a uno specialista di scimmie (Kaa, il pitone delle rocce), e si sono diretti là dove non avrebbero mai pensato di andare, sporcandosi le zampe per tirare fuori dall’impiccio Mowgli. Alle tane fredde, con un piano ben congegnato, Bagheera, Baloo e Kaa sono riusciti, non senza perdere un po’ di dignità, a salvare il
ranocchio dal popolo dei senza legge. Mowgli ritorna alla sua giungla perché quelli che gli vogliono bene, i suoi amici, i suoi fratelli maggiori, i suoi educatori,
riconoscendo la novità della problematica da affrontare e con un sacrificio personale non da poco, sono usciti dagli schemi e gli hanno ridato la libertà.
Giuliano Furlanetto
Akela d’Italia