“Cosa chiedi?”, domandò Akela a gran voce. “Di essere un lupetto” rispose pronto il cucciolo. “Perché?”. E il bambino, sicuro di sé disse a gran voce: “Per essere domani un migliore esploratore”.

Uno scambio di battute che ogni Capo Branco dovrebbe sempre tenere a mente. Quella parte che introduce la cerimonia della Promessa e che sembra voler ricordare quale sia lo scopo di ogni Branco: “quello di far sì che il ragazzo sia un migliore scout, per essere stato Lupetto”, proprio come ci ricordano le nostre Norme direttive nelle loro prime pagine. Già, perché B.-P. stesso in più occasioni, all’interno del Manuale dei Lupetti, sottolinea l’importanza di questo aspetto.

La salita alla Squadriglia rappresenta quindi un momento fondamentale nella vita di ogni lupetto, al pari della loro promessa. Non a caso sono gli unici due momenti in cui il Grande Urlo viene lanciato in loro onore! Un momento importante che richiede molta attenzione: sia per quanto riguarda la preparazione della cerimonia, sia soprattutto per quanto riguarda la preparazione dei lupetti stessi.

L’educazione lupetto è diversa da quella degli esploratori, ma costituisce un passo verso di essa. Ad undici o dodici anni, nessun ragazzo ha il carattere solidamente formato, ed i Capi Branco debbono comprendere che se il lavoro del Branco non sfocia veramente in quello del Reparto, essi avranno, in grande misura, perduto i loro ragazzi”. B.-P. è chiaro su questo aspetto. Il Branco trova ragione di esistere in questo: nella formazione di migliori esploratori del domani. Non è sbagliato quindi vederla come un “anticamera” del Riparto stesso, dove i lupetti attraverso prove adeguate alla loro età, senza che niente della vita di Squadriglia venga loro anticipato e proposto, vengono EDUCATI affinché siano pronti ad affrontare questo passaggio. Il manuale dei lupetti, in tal senso, può essere visto come il primo capitolo di una storia che prosegue in Scoutismo per ragazzi e La strada verso il successo. La Pista del Lupetto, infatti, trova la sua ragion d’essere con la salita alla Squadriglia.

Ma passiamo a quello che ogni Capo Branco deve sempre tenere bene a mente.

L’uomo torna all’uomo alla fine, per quanto l giungla non lo cacci via”. Questo è un aspetto chiaro ad ogni Akela, che sa bene come ogni Lupetto, un giorno, lascerà il Branco per andare in contro a nuove avventure ancor più accattivanti. E proprio questa consapevolezza ci fa comprendere come la preparazione del passaggio del lupetto in Riparto cominci proprio dal suo ingresso in Branco. B.-P. stesso lo sottolinea nel Primo Morso del Manuale dei Lupetti con il racconto su chi sono “I Lupetti”. Nel pronunciare la sua Promessa il Lupetto già sa che arriverà il giorno in cui saluterà il Branco per la sua salita alla Squadriglia: è necessario che questa consapevolezza lo accompagni lungo la sua pista e che Akela colga ogni occasione per gettare qualche seme di curiosità lasciandolo germogliare fino al momento propizio.

Il racconto della “Corsa di Primavera”, le attività programmate e concordate con il Capo Riparto per far sì che i Lupetti lo abbiano conosciuto prima del loro passaggio, Akela che incontra i futuri capi Squadriglia e il Capo Riparto per parlare dei lupetti, tutto contribuisce a rendere più “semplice” la salita alla Squadriglia.

La cerimonia va sempre adeguatamente preparata: Akela e il Capo Riparto, almeno due settimane prima, si incontrano per poterne parlare, studiando attentamente ogni sua parte, i tempi. Facendo un sopralluogo del posto in cui avverrà la cerimonia affinché abbia le caratteristiche adeguate. Insomma, nulla verrà lasciato al caso.

È il momento più importante nella vita del Lupetto e pertanto è giusto riceva tutte le attenzioni necessarie. Sarà importante per chi sale alla Squadriglia ma anche per chi rimane: negli occhi di ogni lupetto del Branco si deve leggere la voglia di raggiungere i propri fratelli, per intraprendere nuove avventure. Infatti, come ci ricorda B.-P. “i lupetti possono salire al Reparto per amore del buon nome del loro Branco” e questo dovrà esser percepito anche dai più piccoli.

Le stelle si fanno più rade” disse Fratel Bigio, fiutando il vento dell’alba. “Dove faremo la nostra tana oggi? Perché d’ora in poi seguiremo nuove tracce”.