cartine per studiare il percorso. Ebbene è proprio da qui che vogliamo cominciare! Senza entrare troppo nello specifico degli argomenti vediamo da vicino quali sono gli elementi necessari per preparare un percorso. La cartina Topografica. Prima di tutto vi occorre una cartina. Le carte più adatte all’escursionismo sono quelle in scala 1:25.000 (un centimetro sulla carta equivale a 250 metri) o 1:50.000 perché hanno una ricostruzione del territorio precisa e dettagliata senza però perdere lo sguardo d’insieme necessario. Le più usate nelle attività scout sono quelle dell’Istituto Geografico Militare (I.G.M.) che hanno la scala 1:25.000. Le carte dell’I.G.M. coprono tutto il territorio nazionale, sono molto precise, ma purtroppo non sempre sono aggiornate o facilmente reperibili. Ci sono anche altre edizioni che sono specializzate per l’escursionismo come le cartine Kompass o Tabacco, e spesso gli stessi parchi naturali si dotano di cartine per i sentieri. La legenda della carta. Ogni tipologia di cartina ha la sua legenda, grosso modo si utilizzano gli stessi segni convenzionali ma non esistono standard nazionali o internazionali, sarà quindi molto importante leggerla bene per essere certi di capire come vengono rappresentati gli itinerari e gli altri segni che potranno tornarci utili per programmare il percorso: ad esempio se sarà necessario attraversare un fiume o una ferrovia, se è presente acqua lungo il percorso, se c’è vegetazione e la morfologia del sentiero. Le curve di livello. La rappresentazione del territorio sulla cartina è plano-altimetrica, ovvero avviene attraverso l’uso delle isoipse o curve di livello che unisce tutti i punti di uguale quota. Senza entrare nel dettaglio del profilo altimetrico (inseriremo più in là una scheda dedicata), ci basti ora sapere che esse sono rappresentate sulla carta con intervallo regolare (equidistanza), in funzione della scala: ad esempio in una carta in scala 1:25.000, le curve di livello sono rappresentate ad una equidistanza di 25 metri. A colpo d’occhio può essere facile dedurre l’andamento del terreno: a curve di livello molto vicine corrisponde una forte pendenza; a curve di livello distanti corrisponde minore pendenza. Inoltre se un sentiero corre in parallelo alle curve di livello il tratto sarà pianeggiante, mentre se lo taglia, attraversandole, il tratto è in salita (o discesa, dipende dai punti di vista). Tanto più tende a tagliarle perpendicolarmente, tanto più il tratto è ripido. Misurazione del percorso. Per calcolare la lunghezza del percorso sulla cartina basterà far seguire ad un piccolo spago la lunghezza del nostro sentiero e poi riportarlo sulla scala. Dobbiamo poi ricordarci che se usiamo una cartina topografica 1:25.000, ogni lato dei quadrati del reticolato misura 4 cm sulla cartina e corrisponde quindi ad 1 km nella realtà. È un piccolo accorgimento che ci permetterà di valutare, in modo approssimativo, le distanze. Nella preparazione di un itinerario per un’uscita il calcolo del tempo di marcia è importantissimo. Sulle tabelle che troviamo lungo i sentieri ci sono riportati i tempi di marcia (spesso li trovate anche sulle cartine) ma sono indicativi e non tengono conto di diversi fattori importanti: come il numero delle persone che camminano in gruppo, le condizioni atmosferiche, lo zaino pesante, la stanchezza accumulata, ecc. Per calcolare il tempo di marcia del vostro Fuoco, dovrete considerare innanzitutto due fattori: la lunghezza del percorso e il dislivello. Un dislivello in salita giornaliero considerato facile è di 400 m, medio da 800 m a 1200 m, oltre impegnativo. Un escursionista medio percorre approssimativamente 300 m di dislivello in salita per 3 km circa di distanza in 1 ora, nelle prime due ore di marcia. Questa è una regoletta ma di uscita in uscita provate a trovare la vostra performance media di Fuoco! Sarà bene, una volta tracciato il percorso, individuato i tempi di percorrenza, progettare anche le eventuali soste tenendo conto delle ore totali di marcia, l’altimetria, la tipologia di paesaggio e soprattutto le componenti del nostro Fuoco. Ad esempio possiamo pensare che non ci sarà bisogno di una sosta se prevediamo di camminare un paio d’ore su un tratto pianeggiante, ma se in due ore dobbiamo affrontare un dislivello è di 1.200 mt e la nostra comunità non è allenata allora potremmo pensare a dieci minuti di sosta più o meno a metà percorso, magari senza fermarsi lungo un forte pendio ma cercando un punto dove poi riprendere la marcia non sia difficoltoso. Inoltre … lo scout non è uno sciocco! Prima di ogni uscita: chiamate l’ente parco, il Comune di rifermento, informatevi da un altro fuoco che già ha percorso lo stesso sentiero, cercare informazioni su internet! Molto spesso succede che per quanto si studi bene una cartina una volta arrivati sul posto si possono trovare spiacevoli sorprese: un sentiero franato, un parco che ha più avuto risorse per mantenere il sentiero pulito, eccetera eccetera. Non ci rimane che augurarvi Buona Strada! ]]>