Cosa ci insegna la natura d’inverno?
A mantenere una promessa: quella del ritorno degli uccelli migratori, sia di quelli che ci hanno lasciato in autunno per tornare in primavera, sia di quelli che sono tornati anche questo inverno, come ogni anno. A riposarsi: ghiri e orsi vanno in letargo per risparmiare energia. Anche Mowgli dormiva tra una caccia e l’altra, come gli aveva insegnato Bagheera. Ad essere tenaci: molti animali resistono superando il gelo o la neve e si accontentano di mangiare quello che trovano, in attesa di tempi migliori.
La forza e l’utilità del gruppo: alcuni uccelli passano assieme le notti in “dormitoi” con lo scopo di riscaldarsi a contatto l’uno con l’altro. In altre stagioni starebbero distanti ma davanti alla difficoltà comune, vince l’unione.
Ad osservare senza essere visti: in questo periodo si muovono per parchi e giardini di molte nostre città e paesi gli scriccioli e i pettirossi, che sembrano giocare con noi alle “sentinelle”.
E un albero d’inverno cosa ci insegna? Un sempreverde (come un abete bianco o un pino marittimo) rimane sempre uguale nonostante i cambi di stagione. Rimane sempre se stesso anche se le condizioni in cui vive cambiano: magari diventano avverse, ma lui rimane integro. Un po’ come uno di noi, che rimane sempre coerente alla Promessa nonostante viviamo in tempi non favorevoli o circondati da persone avverse al suo mantenimento.
Un albero a foglie caduche, invece, ci può mostrare come l’integrità e la coerenza non dipendano dai “cambi d’abito”. Anche quando ci svestiamo del nostro abito migliore, la pelliccia, nel caso di un Lupetto, rimaniamo sempre noi stessi. In inverno, da questi alberi possiamo anche apprendere come liberarci del superfluo, cioè imparare il valore dell’essenzialità.
Attività pratica: calco delle cortecce di alberi.
Obiettivi: conoscere o riconoscere alcuni tipi di alberi dalla loro corteccia.
Materiali: fogli di carta e carboncino, colori a cera o pastelli.
Ad ogni Lupetto sarà assegnato un albero nei paraggi e dovrà eseguire il calco di una parte della corteccia di questo. Successivamente, in cerchio, i Lupetti si scambieranno o pescheranno a sorte un calco di un altro Lupetto e con quello dovranno andare ad individuare l’albero corretto. L’ideale sarebbe avere alberi di tanti tipi diversi per sfruttare le differenze delle cortecce. Alla fine del gioco i Vecchi Lupi potranno insegnare ai Lupetti i nomi dei vari alberi.
Variante 1: si possono far muovere a turno i Lupetti di una Sestiglia a fare il calco mentre il resto del Branco rimane in cerchio. Nel caso in due o più Lupetti avessero scelto lo stesso albero si può sfruttare l’occasione per mostrare come sia importante la soggettività, il punto di vista personale, che magari ha permesso di cogliere aspetti diversi di una stessa pianta.