Francesco combattente e la sua Conversione

Con la morte dell’imperatore di Germania Enrico IV (1165-1197) e l’elezione a papa del Card. Lotario di Segni, che prese il nome di Innocenzo III (1198-1216), gli scenari politici cambiano; il nuovo papa sostenitore del potere universale della Chiesa, prese sotto la sua sovranità il ducato di Spoleto compresa Assisi, togliendolo al duca Corrado di Lutzen.

Ciò portò a una rivolta del popolo contro i nobili della città, assertivi all’imperatore e sfruttatori dei loro cittadini, essi furono cacciati dalla rocca di Assisi e si rifugiarono a Perugia; poi con l’aiuto dei perugini mossero guerra ad Assisi(1202-1203).

Francesco, con lo spirito dell’avventura che l’aveva sempre infiammato, si buttò nella lotta fra le due città così vicine e così nemiche.

Dopo la sua disfatta subita dagli assisani a Ponte San Giovanni , egli fu fatto prigioniero dai perugini a fine 1203 e restò in carcere per un lungo terribile anno; dopo che i suoi familiari ebbero pagato un consistente riscatto , Francesco ritornò in famiglia con la salute ormai compromessa.

La madre lo curò amorevolmente durante la lunga malattia; ma una volta guarito egli non era più quello di prima, la sofferenza aveva scavato nel suo animo un indelebile solco, non sentiva più nessuna attrattiva per la vita spensierata e i suoi antichi amici non potevano più stimolarlo.

Come ogni animo nobile del suo tempo, pensò di arruolarsi alla cavalleria del conte Gualtiero di Brenne, che in Puglia combatteva per il papa; ma giunto a Spoleto cadde in preda ad uno stano malessere e la notte ebbe un sogno rivelatore con una voce misteriosa che lo invitava a “servire il padrone invece che il servo” e quindi di ritornare ad Assisi.

Colpito dalla rivelazione , tornò alla sua città, accolto con preoccupazione da padre e con una certa disapprovazione di buona parte dei concittadini.

Lasciò definitivamente le allegre brigate per affidarsi ad una vita d’intensa meditazione e pietà, avvertendo nel suo cuore il desiderio di servire il gran Re, ma non sapendo come ; andò anche in pellegrinaggio a San Pietro in Roma con la speranza di trovare chiarezza.

Ritornato deluso ad Assisi, continuò nelle opere di carità verso i poveri ed i lebbrosi, ma fu solo nell’autunno del 1205 che Dio gli parlò.