La chiamata e la vocazione alla povertà

Dopo essere stato a Roma in pellegrinaggio, tornò ad Assisi e continuò nelle sue opere di carità verso i poveri e i lebbrosi, ma nell’autunno del 1205 Dio lo chiamò; era assorto in preghiera nella chiesetta di San Damiano e mentre fissava un crocefisso bizantino,
udì per tre volte questo invito: “Francesco va e ripara la mia chiesa, che come vedi, cade tutta in rovina”.
Pieno di stupore, Francesco interpretò il comando come riferendosi alla cadente chiesetta di San Damiano, pertanto si mise a ripararla con il lavoro delle sue mani, utilizzando anche il denaro paterno.
A questo punto il padre, considerandolo ormai irrecuperabile, anzi pericoloso per sé e per gli altri, lo denunziò al tribunale del vescovo dilapidatore dei beni di famiglia, notissima è la scena in cui Francesco denudatosi dai vestiti, li restituì al padre mentre il vescovo di Assisi Guido II, lo copriva con il mantello, a significare la sua protezione.
Il giovane fu affidato ai benedettini con la speranza che potesse trovare nel monastero la soddisfazione alle sue esigenze spirituali; i rapporti con i monaci furono buoni, ma non era quella la sua strada e ben presto riprese la sua vita di “araldo di Gesù re”, indossò i panni del penitente e prese a girare per le strade di Assisi e nei paesi vicini, pregando, servendo i più poveri, consolando i lebbrosi e ricostruendo oltre San Damiano, la chiesetta diroccata di San Pietro alla Spira e della Porziuncola.
Nell’aprile del 1208, durante la celebrazione della Massa alla Porziuncola, ascoltando dal celebrante la lettura del Vangelo sulla missione degli Apostoli, Francesco comprese che le parole di Gesù riportate da Matteo (10, 9-10) si riferivano a lui: “ Non procuratevi oro, né argento, né monete di rame nelle vostre cinture, né bisaccia da viaggio , né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l’operaio ha diritto al suo nutrimento. E in qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se ci sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza”.
Era la risposta alle sue preghiere e domande che da qualche tempo attendeva; comprese allora che le parole del Crocefisso a San Damiano non si riferivano alla ricostruzione del piccolo tempio, ma al rinnovamento della Chiesa nei suoi membri; depose allora i panni del penitente e prese la veste “minoritica”, cingendosi i fianchi con una rude corda e coprendosi il capo con un cappuccio in uso presso i contadini del tempo e andando a piedi scalzi.
Iniziò così la vita e missione apostolica, sposando “madonna Povertà” tanto da essere poi definito “il Poverello d’Assisi”, predicando con l’esempio e la parola, il Vangelo come i primi apostoli.