Abbiamo immaginato la Pattuglia Nazionale Lupetti come una melagrana.
I suoi semi, quando il frutto è maturo e si spacca, si staccano e spargono intorno ben fornendo un’immagine di fecondità.
La ricchezza della Pattuglia, sia numerica che di esperienza, conoscenza metodologica e umana deve trovare la sua completezza uscendo da sé, riuscendo ad essere utile lì dove c’è bisogno.

E la necessità, il bisogno, è vicino a chi segna la Pista nei Distretti e a loro fianco nelle Regioni.
Abbiamo così chiesto ai Vecchi Lupi color del Tasso, gli esperti, di mettersi al servizio anche nei Distretti a fianco degli Incaricati, per avvicinare le loro competenze lì dove possano dare frutto, nella concretezza.

Ma dove fare sintesi del locale, dove costruire formazione per gli Incaricati di Distretto e le loro Pattuglie?

Per esperienza abbiamo visto che la dimensione dove meglio può realizzarsi è quella della Pattuglia, un numero di persone non troppo grande, dove tutti possano sentirsi parte attiva. E questa difficilmente riesce ad essere nella riunione della Pattuglia Nazionale plenaria che vede gli Incaricati e i molti esperti, convocata un paio di volte l’anno.

La Pattuglia Nazionale Lupetti si incontra così a seconda delle necessità con varie geometrie, da quanti stanno attorno ad un tavolo ad una quarantina di Capi.
La dimensione che abbiamo trovato, così, consona per creare momenti formativi per chi presta servizio a livello di Distretto, fare sintesi delle situazioni locali, come di avere un occhio al nazionale è quella, come ce lo indicano le Norme Direttive, della Regione.

Ed è quello che abbiamo fatto in questo triennio: dodici incontri a livello regionale, in quattro regioni, avendo messo in moto un bel numero di Vecchi Lupi color del tasso e giovani in gamba, che sono molti di più di quanti si sarebbe potuto incontrare con una normale riunione della Pattuglia Nazionale.
Ne è riuscito un coinvolgimento ampio, fatto di un mix di trapasso generazionale e forza giovane che siamo convinti possa portare i suoi frutti dando energia a livello locale e che possa portare una maggiore consapevolezza metodologica: che possa far si che ogni Akela sia brevettato!

Buona Caccia.
Giuliano Furlanetto – Akela d’ Italia.