La mia memoria fa piu acqua di un colapasta a mezzogiorno quindi non sono sicuro che fosse la rupe del 1993 ma intanto il ricordo esiste e mi piace raccontarlo.

Ho l’ immagine di un Vecchio Lupo davanti al Santissimo. Avrà avuto vent’anni o trenta o quaranta o chennèsò tanto all’epoca vedevo il mondo solo come pareva a me e non mi importava molto del resto.

Lo lasciai li davanti, in ginocchio, quando andai a letto mettendomi apposto la coscienza con una delle mie preghiere pret a porter talmente corrette nella forma da lasciarne fuori anche Dio.

Col tempo avrei imparato, invece, che “Quello Lassù” è un tipo che prende molto sul serio l’ essere onesti e umani…in pratica gli fa lo stesso effetto che ha fatto A ME  il gol di Grosso alla Germania ai mondiali del 2006: fuori in balcone dopo un tempo senza fine di silenzio ieratico e metafisico a urlare GOOOOOOOOOLLLL.


Il mattino dopo mi alzai presto e anche questo è roba strana: avrò avuto un pietra sotto il materassino. L’aria fuori era fredda abbastanza da tentarmi nel procedere ai lavaggi in stile novizio a primo campo invernale. In pratica con l’uniforme completa di passamontagna da rapina e lavaggio a base di numero due gocce d’acqua (una per dito indice toccando la congiuntiva).

Avrei preferito simulare mentalmente una jacuzzi ma l’aroma di volpe siberiana da fastidio pure a me pertanto procedetti come da manuale del buon allievo del camposcuola ai lavaggi a torso nudo (abitudine presa per compiacere un certo maresciallo dell’aviazione conosciuto ai più col nome di Mysa).

Sta di fatto che non so perché ma mi trovai ad andare verso il posto dove la sera prima avevo partecipato alla Santa Messa. Tutto mi sarei aspettato tranne di accorgermi che quel Vecchio Lupo fosse ancora la.

Inutile ricordare cosa pensai allora; non è questo il punto. Oggi, però, che sono proprietario involtario ma orgoglioso di qualche cicatrice in piu ci ripenso spesso.


Lo immagino come uno che voleva usare al meglio tutto il tempo disponibile nel cercare una soluzione.

Ci penso come ricordo me stesso qualche anno fa davanti al Santissimo.
Non chiudevo occhio a tentavo di convincere Dio che: “ Questa volta mi ascolti, non ora, non questo, non puoi fare sul serio”

Me lo immagino sfinito, ostinato ma… sereno.

Perché Dio può anche sembrare “sordo a certe richieste ma in realtà ha solo più fantasia nelle soluzioni e se c’è una cosa vera è che alla continua ricerca di conflitto che piace tanto a noi, Lui preferisce la serenità, la pace, lo shalom.

A Lui piace ascoltarci, capire i perché veri, le nudità delle intenzioni e agire di conseguenza dicendoci cosa vuole da noi…il più delle volte con una semplicità dissacrante.

Devo dire che negli anni Assisi, per me, è stato questo: la quiete che viene dal non prendersi in giro davanti alle cose importanti.

Dare la possibilità a Dio Padre di “Ascoltare” le mie preghiere perché erano finalmente nude. Lasciarmi sovvertire dalle sue richieste e non dalle mie.

E’ stancante lo ammetto, ci vuole fegato, lo so, e fa paura…tanta…ma pare si occupi Lui anche di questo.

Vi auguro che anche la prossima Assisi vi faccia trovare l’ inaspettato che Vi meritate.

Buona Caccia

Marco Cavalieri