Ecco il racconto di un Capo Squadriglia di Roma che ha cotruito insieme alla sua Squadrigliauna la zattera, e tu? Cosa stai aspettando?
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Il progetto del Consiglio di Sq. prevedeva la realizzazione di un sogno d’avventura: dormire sul lago.
L’ambiente più adatto per le Lontre! L’idea era nata da un articolo, sulla costruzione di una zattera, visto su Tracce, neanche tanto tempo fa, ma anche dalla volontà di riuscire a realizzare qualcosa di veramente nuovo e che potesse in qualche modo testimoniare l’idea che ha la Sq. Lontre riguardo al suo ambiente naturale e più congeniale.
Non a caso negli ultimi 4 campi estivi la nostra Sq. si è sempre cimentata in attività nautiche su lago.
Tanto eravamo emozionati che, appena preso il treno, siamo entrati in pieno spirito impresa, ripassando anche i dettagli e spiegando ed assegnando anche il minimo compito ad ognuno di noi, oltre al check up dei consueti Incarichi e Posti d’Azione.
Il luogo d’azione scelto è stato il lago di Bracciano, le cui rive sono state raggiunte a piedi, e poi attraverso un
sentierino nascosto fra la macchia, di lì abbiamo iniziato l’impresa vera e propria portando le filagne e il resto del materiale necessario. Seguendo il progetto abbiamo iniziato la costruzione della zattera. Siamo partiti dal telaio realizzato con filagne e legature, per poi aggiungere le palanche, per poi passare al montaggio della tenda. In questa fase di grande impegno e attenzione ognuno di noi si è preso la responsabilità della realizzazione di una legatura e della chiusura di un nodo, dando un senso completo al Motto ed affidando la sicurezza di tutti noi alla tecnica di ognuno!! Subito dopo abbiamo adagiato insieme, e con non poco sforzo ed organizzazione, tenda e pianale sulle camere d’aria, in precedenza gonfiate dal vice; e per permettere ciò è ser vito che tre di noi, Giulio, Simone e Lorenzo, entrassero in acqua per adagiarne il lato opposto sulle camere d’aria gallegianti. Subito dopo, per sicurezza, abbiamo assicurato la zattera ad un albero a riva, e organizzato il materiale che ci sarebbe ser vito per la notte: pertiche, pagaie, salvagenti, ciambella di salvataggio e cima di riserva (oltre ai sacchi a pelo per la notte).
Dopo di ciò abbiamo acceso un fuoco per riscaldarci, e per cucinare la nostra cena alla trappeur. Poi è arrivato il momento delle riflessioni e della chiaccherata sulla bicicletta del Vajont. Dopo di ciò siamo saliti a bordo, lasciando gli zaini a riva per non appesantire la zattera e per non toglierci spazio vitale. La notte è passata tranquilla, e ne abbiamo approfittato per tracciare sulla mappa topografica gli azimuth dei paesi che circondano il lago, cercando con la triangolazione di segnare la nostra posizione anche se ci trovavamo a una distanza di circa 20/25 metri dalla riva, e durante i vari turni di vigilanza c’è stato pure qualche simpatico risvolto: la cima di sicurezza si era impigliata con dei massi sott’acqua e influiva negativamente sulla nostra stabilità, costringendoci a ripetute manovre di av vicinamento a riva per disincagliarci. La mattina l’euforia era alle stelle, ci siamo riscaldati col fuoco e, dopo aver fatto colazione con l’alba sul lago davanti ai nostri occhi, abbiamo sistemato tutto il materiale e abbiamo smontato e piegato catino e sovrattelo direttamente sulla zattera, smontata in seguito.
Poi ci siamo incamminati per andare alla base AGESCI di San Celso per vedere la famosa bicicletta del Vajont, citata nel famoso brano del libro scout “Fuoco di Bivacco”; cimelio leggendario che volevamo toccare con le nostre mani e dove abbiamo avuto un momento di preghiera. Ancora raccolti in silenzio, ci siamo diretti verso la chiesa di Bracciano, dove abbiamo partecipato alla Santa Messa. Alla stazione durante l’attesa abbiamo approfittato per mangiare e infine abbiamo preso il treno per tornare a casa, stanchi e entusiasti di questa impresa!!
Così si è realizzato il nostro sogno di passare una notte in tenda sulle acque!!
Si ringrazia il Roma 64 e Fabio D’Andrea per averci fornito le indicazioni dettagliate da inserire sulla scheda tecnica.