Molta acqua è passata sotto i ponti del Tamigi dalla prima edizione.
Intanto c’è stata la prima Grande Guerra. La guerra, nonostante tutti i mali, ha avuto per conseguenza un grande bene. Ha dato alle donne la possibilità di dimostrare il proprio coraggio ed intelligenza, nonché la capacità di assumere dei compiti fino ad allora creduti al di sopra delle loro forze. Sono state all’altezza della situazione servendo con perizia il paese nell’ora del bisogno. Si sono così poste in una luce nuova, hanno acquistato una posizione sociale nuova. La cosa è maggiormente importante se si considera che il loro numero in Gran Bretagna supera quello degli uomini di ben due milioni e costituiscono perciò la maggioranza degli elettori al Parlamento. Nella nazione sono divenute quindi una forza emergente, rilevantissima.
Sta ad esse, ed ora ne hanno la possibilità, di continuare quel servizio, che hanno reso al paese durante la guerra, impegnandosi nel più vasto campo che si è dischiuso loro: quello dello sviluppo della pace e della prosperità della nazione. Peraltro, questa nuova realtà, con il conseguente carico di responsabilità, è loro piovuta addosso del tutto improvvisa ed esse stanno adattandovisi gradualmente.
Hanno bisogno di un’educazione più adeguata, che dia modo di prepararsi alla nuova condizione, specialmente sotto il profilo della formazione della personalità e di un patriottismo generoso.
Sembra facile!, ma in tempi come questi, quando stampa, radio e cinema fanno a gara a suggestionare le masse e c’è un’offerta crescente di divertimenti vacui, la cosa si rivela meno facile. È stato detto che il quaranta per cento delle donne agisce impulsivamente, senza riflettere, e l’impulsività non sempre conduce nella giusta direzione.
Oggi le donne sembrano attratte moltissimo dalla notorietà. Si tratti di campionesse del tennis o stelle del cinema, atlete, pilot locatrici di golf, traversino a nuoto la Manica o giochino al polo: tutte sono molto brillanti e ardite. Però così dimostrano un’energia splendida, purtroppo male indirizzata e sprecata.
Viceversa, queste stesse ragazze, con una formazione del carattere che riduca l’istintività e faccia prendere coscienza delle occasioni di servizio che ci sono per il paese, possono formare un’armata di donne patriote, quale non s’è mai vista prima, capace di sollevare il nostro vecchio paese (e l’intero commonwealth) dal fango e dalle rovine, portandolo alla prosperità e alla felicità.
E c’è un altro punto: non sottolineerò mai a sufficienza l’importanza della conoscenza della Natura ed il posto essenziale che occupa nel nostro metodo. Può esserci la tendenza, specie in ambiente cittadino e nei lunghi mesi invernali, a dare uno spazio eccessivo alle segnalazioni, agli esercizi di ordine chiuso, ecc.
Invece il nostro scopo è lo sviluppo della personalità per una socialità gioiosa, con mezzi naturali e non artificiali. Dobbiamo tenerlo sempre ben presente.
L’imposizione di esercizi formali e di una disciplina esteriore, è l’esatto contrario del nostro principio di sviluppare la forza e l’autodisciplina interiori.
E l’amore per la Natura, suscitato in modo adeguato e opportunamente diretto, con le lezioni delle sue montagne e i racconti dello scorrere dei ruscelli, mostrerà la “bontà di ogni cosa”.
Con il movimento delle Guide possiamo offrire questo tipo di formazione ed inoltre la nostra fratellanza, dopo la guerra, si è diffusa all’estero promettendo seriamente di diventare una grande fraternità internazionale di donne di tutte le nazioni, accomunate dallo stesso ideale di benevolenza e comprensione reciproche. Ciò non mancherà di avere, assieme alla fraternità degli Scouts, un’influenza di rilievo per la pace futura del mondo.
(gennaio 1931)
Tratto da “Guidismo per ragazze”
Prefazione a GIRL GUIDING