Se una montagna non è la più grande, la più bella, o la più difficile da raggiungere, 

probabilmente non è mai stata scalata.

Come si individua una vetta mai scalata? Ce lo suggerisce lo scalatore inglese Tim Moss. Che ci spiega che non sono solo le montagne più difficili a restare mai scalte. Ma anche quelle meno attraenti. Se una montagna non è la più grande, la più bella o la più difficile da raggiungere, probabilmente non è mai stata scalata. E si troverà magari anche a pochi passi da zone abitate o in zone ignorate perché fino a poco fa territori pericolosi o instabili. Tutto sta nel ricercare, documentarsi, chiedere informazioni per accertarsi che una cima sia davvero nuova. Una volta trovata, bisogna capire poi se si è all’altezza di scalarla: ma per questo bisogna recarsi solo sul posto. 

e cosa c’entra con il campo Cordata??!

Le Capo Squadriglia del distretto di Ancona hanno vissuto insieme questo motto scoprendo che sta ad ogni Squadriglia scegliere la propria vetta e partite in cordata alla conquista, così come farebbe un alpinista con una vetta ma scalata! Non ci sono infatti solo le vette che tutti conoscono e su cui tutti vanno, esistono vette inesplorate ed ogni alpinista ha sempre la SUA vetta che scopre con i suoi amici di Cordata. Allo stesso modo ogni Squadriglia è un equilibrio unico, prezioso e irripetibile, che non cerca vette uguali ad altre o già scalate, ma è alla ricerca della SUA Vetta!!

E così ecco le Capo Squadriglia intente a scoprire come si sale in Cordata, come si organizza una riunione di Squadriglia (come fosse lo studio del sentiero da percorrere nella prossima tappa), come si fa un programma di Squadriglia (che è un po come scegliere la vetta di quest’anno)!!

 

 

 

 

 

Nell’attività serale abbiamo anche riflettuto insieme su quanti talenti abbiamo: ci sono infatti talenti che conosciamo, ma tanti altri ancora non sappiamo di averli perchè si scoprono stando in cordata con le altre e vivendo quindi la vita di Squadriglia! Come in cima ad ogni vette troviamo nastri colorati e simboli del passaggio di persone diverse, così la squadriglia arriverà insieme grazie a tutti i colori che ognuna, la Capo in primis, sapranno donare!  Vi lasciamo qui la storia da cui siamo partite per la nostra riflessione! Speriamo aiuti anche voi a riflettere!

Buona lettura

Distretto di Ancona

Nessuno sapeva quando quell’uomo fosse arrivato in città. Sembrava sempre stato là, sul marciapiede della via più affollata, quella dei negozi, dei ristoranti, dei cinema eleganti, del passeggio serale, degli incontri degli innamorati. Ginocchioni per terra, con dei gessetti colorati, dipingeva angeli e paesaggi meravigliosi, pieni di sole, bambini felici, fiori che sbocciavano e sogni di libertà. Da tanto tempo, la gente della città si era abituata all’uomo. Qualcuno gettava una moneta sul disegno. Qualche volta si fermavano e gli parlavano. Gli parlavano delle loro preoccupazioni, delle loro speranze; gli parlavano dei loro bambini: del più piccolo che voleva ancora dormire nel lettone e del più grande che non sapeva quale Facoltà scegliere, perché il futuro è difficile da decifrare… L’uomo ascoltava. Ascoltava molto e parlava poco. Un giorno, l’uomo cominciò a raccogliere le sue cose per andarsene. Si riunirono tutti intorno a lui e lo guardavano. Lo guardavano ed aspettavano. “Lasciaci qualcosa. Per ricordare”. L’uomo mostrava le sue mani vuote: che cosa poteva donare? Ma la gente lo circondava e aspettava. Allora l’uomo estrasse dallo zainetto i suoi gessetti di tutti i colori, quelli che gli erano serviti per dipingere angeli, fiori e sogni, e li distribuì alla gente. Un pezzo di gessetto colorato ciascuno, poi senza dire una parola se ne andò. Che cosa fece la gente dei gessetti colorati? Qualcuno lo inquadrò, qualcuno lo portò al museo civico di arte moderna, qualcuno lo mise in un cassetto, la maggioranza se ne dimenticò. Anche a te il Signore dà la possibilità di colorare il mondo. Tu che fai dei tuoi gessetti?