Una mattina d’estate, il primo raggio di sole illuminò la vita nel prato e tutti i suoi abitanti si misero all’opera. Il “Prato della Rugiada” era molto rigoglioso, i suoi fili d’erba erano fitti fitti e di un bel verde brillante. Tra i fili d’erba si potevano scorgere moltissimi insetti, al lavoro, tutti indaffarati. Gli insetti erano infatti i principali abitanti di questa piccola radura, si conoscevano tutti tra loro ed erano abituati a stare insieme. C’era sempre un gran da fare ed ognuno aveva i suoi compiti…ognuno tranne Fabrizio.

Fabrizio non era un insetto, era un piccolo ragno nero e pelosetto, che viveva in quel prato già da un po’. Da poco aveva imparato a coordinare bene i movimenti delle sue otto lunghe zampe. Invece non riusciva ancora a far funzionare le sue ragnatele: ogni tanto qualche filo trasparente cadeva a penzoloni e anziché formare una trama regolare ed armoniosa diventava un groviglio appallottolato. Uffi. Fabrizio si sentiva maldestro…e anche un po’ solo.

Gli altri abitanti del prato infatti non lo badavano mai, non si fermavano a parlare con lui né lo invitavano a giocare insieme. Non lo coinvolgevano nemmeno nelle cose da fare: Fabrizio avrebbe tanto voluto contribuire e partecipare alla divisione dei compiti ma nessuno si ricordava mai di lui. Da subito gli altri abitanti lo avevano guardato in modo strano, perché si erano accorti che Fabrizio aveva delle zampe in più: non aveva mica sei zampe come tutti loro, ne aveva otto! E per di più in lui non c’era traccia di ali. Era proprio un animale buffo, come il suo comportamento: tra un filo d’erba e una fogliolina, tesseva cose stravaganti che si chiamavano “ragnatele”. Gli insetti non sapevano bene cosa fossero ma, nel dubbio, era meglio starci alla larga.

Quella mattina però successe una cosa strana: una debole voce proveniva da un lato del prato, proprio da quel lato di prato dove i fili d’erba si diradavano ed il terreno era più secco. Sembrava una richiesta di aiuto! Tutti si domandarono cosa fosse ed iniziarono a seguire quel suono. Tutti, compreso Fabrizio.

Una volta arrivati, si accorsero che Camilla, una delle coccinelle abitanti del prato, si era infortunata e non riusciva più a muoversi. Ecco perché chiedeva aiuto! Oltre ad una zampa che le faceva male, Camilla aveva un gran mal di testa perché era ferma lì già da molto tempo e quella mattina il sole batteva davvero forte, ma purtroppo lei non era riuscita a trovare riparo perché i fili d’erba in quella parte di prato non erano fitti.

Gli animaletti capirono che sarebbe servito un bel po’ di tempo perché la zampa di Camilla guarisse e lei potesse riuscire a muoversi. Cercarono allora di trovare una soluzione: provarono a spostare Camilla ma non riuscirono a muoverla; provarono a cercare delle foglie per farle un po’ d’ombra ma nei paraggi non ce n’erano.

Ad un tratto però, Camilla si trovò all’ombra ed iniziò subito a sentirsi meglio. Ma come era possibile? Tutti si girarono e si accorsero che Fabrizio era lì (mannaggia non si accorgevano mai della sua presenza!) e, mentre tutti si scervellavano, Fabrizio aveva pensato di costruire una ragnatela tra due fili d’erba per poter fare ombra a Camilla. Si era messo subito al lavoro e il suo piano era riuscito!

Camilla e tutti gli altri lo ringraziarono ed iniziarono a chiacchierare con lui e anche ad avvicinarsi alla sua ragnatela, accorgendosi che non c’era proprio nulla di cui avere paura. Da quel giorno tutti salutarono sempre Fabrizio, che venne anche invitato alla festa organizzata per la guarigione di Camilla e ad ogni altro evento del prato. Nel “Prato della Rugiada” c’era una grande gioia e Fabrizio finalmente non si sentiva più solo: ora, tutti insieme, erano una vera famiglia felice.