Ogni tanto Santo Francesco si ritira tutto solo in cima a qualche montagna per pregare. Passa giorni e giorni dentro qualche grotta. Di notte dorme pochissimo. Prima che spunti il sole si alza dalla nuda terra dove ha dormito poche ore e subito si mette in ginocchio. Pregando Santo Francesco dice:
— Mio Dio e mio tutto!
Ripete questa frase per ore e ore con il cuore ardente di amore per Dio e con le lacrime agli occhi. Durante i giorni di preghiera non si allontana mai dalla grotta. Mangia pochissimo: qualche radice che scava con le mani e qualche bacca che raccoglie dai cespugli. Per bere c’è sempre una sorgente di acqua fresca nei paraggi della grotta.
Una volta Santo Francesco si era ritirato sopra una montagna della Toscana chiamata Verna. Sopra la grotta che Santo Francesco ha scelto per passare quei giorni in preghiera, c’è il nido di un falcone pellegrino. Quando Santo Francesco non prega, parla volentieri con il falco. Dopo qualche giorno, fra il Santo e il falcone pellegrino nasce una grande amicizia.
Un giorno Santo Francesco dice al falco:
— Fratello mio, vorrei chiederti un favore. lo qualche mattina sono molto stanco e non riesco a svegliarmi in tempo per pregare prima che sorga il sole. lo ti prego, dunque, in nome della nostra amicizia, che tutte le mattine prima dell’alba, tu mi svegli gridando e sbattendo forte le ali. Il falco acconsente di buon grado al desiderio di Santo Francesco.
La mattina dopo, proprio nell’ora che il Santo gli aveva indicato, il falcone lancia un grido acutissimo e sbatte vigorosamente le ali. Subito Santo Francesco si sveglia, ringrazia fratello falco e si mette in ginocchio:
— Mio Dio e mio tutto! — prega Santo Francesco.
Passano alcuni giorni. Ogni mattina il falco esegue il proprio incarico puntuale come un orologio. Ma intanto, dopo tanti giorni di preghiera e di digiuno, Santo Francesco è sempre più estenuato. Il falco, che ha occhi penetranti, si accorge che Santo Francesco ha bisogno di riposo. Perciò, invece di svegliarlo all’ora solita, una mattina ritarda un po’. Il giorno dopo ritarda ancora di qualche minuto. Ogni giorno il falco ritarda sempre più la sveglia in modo da permettere al Santo di dormire qualche ora in più. I cambiamenti di orario sono così piccoli che il Santo non se ne accorge.
Quelle ore di riposo fatte ricuperare a Santo Francesco dal falco, piano piano rimettono il Santo in forze. Quando il falco, che ha occhi penetranti, si accorge che Santo Francesco sta meglio, riprende l’orario solito. Il servizio del falco pellegrino dura circa quaranta giorni: tutto il tempo che Santo Francesco trascorre sul monte della Verna in preghiera. Il giorno della sua partenza Santo Francesco chiama il falco e gli dice:
— Fratellino, ti voglio ringraziare per il servizio che mi hai reso. Però ti devo dire che non sempre sei stato puntuale. Quando ero molto stanco tu tardavi a svegliarmi. Ma non ti rimprovero per questo. Ti ho obbedito perché la tua voce mi ha fatto conoscere la volontà di Dio. Non è giusto stancare troppo fratello corpo.
Il falcone pellegrino, anche se si sente scoperto nel suo sotterfugio, è contento delle parole del Santo. Vola in alto nel cielo azzurro e di lassù guarda con i suoi occhi penetranti il Santo che scende dalla montagna per tornare in mezzo ai suoi frati.
Il Santo arriva alla Porziuncola magro e pallido. I frati sono molto preoccupati per la sua salute. Santo Francesco li rassicura:
— Fratelli miei, sto bene. Non angustiatevi anche voi come fratello falco che ritardava il mio risveglio per farmi dormire di più.
Così anche i frati vengono a sapere la storia del falco pellegrino e l’hanno scritta nel libro da dove io l’ho ricopiata per voi, cari bambini.