Obiettivo: far notare alle coccinelle che gli atteggiamenti presuntuosi allontanano le persone. E’ molto più bello e dona più gioia imparare a condividere con gli altri.

C’era una volta Bartolo, un contadino presuntuoso che credeva di essere sempre il migliore di tutti: il migliore ad arare i campi, il migliore a seminare, il migliore a raccogliere ortaggi e frutta…aveva sempre consigli per tutti, ma lui non ascoltava mai nessuno e voleva sempre fare tutto da solo.

Arrivò settembre e con esso il momento della vendemmia: i grappoli d’uva erano maturi e pieni di succo, bellissimi e buonissimi!

Il contadino presuntuoso guardò i suoi filari e pensò: “Ecco, è giunta l’ora di raccogliere l’uva, sicuramente ne raccoglierò più di tutti gli altri e farò un vino squisito, che lascerà tutti a bocca aperta!”

Cominciò a raccogliere i grappoli, uno ad uno; li staccava dalla vite, li metteva in un bel cestino che svuotava poi nel trattore. Lavorava di gran lena, ma dopo un po’ si accorse di essere stanco. Alzò lo sguardo: aveva fatto solo mezzo filare, gliene rimanevano ancora tantissimi! Continuò a lavorare sudando e, mentre faticava, sentì delle risate e dei canti provenire dal campo di Luigino, il suo vicino di casa.

Guardò e vide tanta gente che vendemmiava allegramente, raccogliendo tanta uva: Luigino aveva chiamato parenti e amici ad aiutarlo e la vendemmia, anche se faticosa, era diventata una grande festa, in cui tutti lavoravano e si divertivano.

Bartolo, pensando di essere migliore del suo vicino, decise di mettercela tutta per finire la raccolta prima di lui, dimostrando che era più bravo lui da solo di tutti gli altri messi insieme!

Tagliava i grappoli a tutta velocità, poi ribaltava la cesta nel trattore con forza. Se sentiva le risate e i canti provenire dal campo vicino, aumentava ancora la velocità. “Darò a Luigino una bella lezione su come si vendemmia!” pensava.

Improvvisamente, lanciando un cesto colmo d’uva nel trattore, sentì uno strappo alla schiena accompagnato da un dolore fortissimo, tanto che cadde a terra lanciando un grido:

  • Ahiiiiiii! Che dolore!

Luigino sentì l’urlo e accorse.

  • Ehi, Bartolo, cosa ti è successo?
  • Nulla, nulla, ora mi alzo… – provò ad alzarsi, ma ricadde per il dolore.
  • Ti sei fatto male!
  • Si!
  • Ma stavi vendemmiando da solo?
  • Certo! Io faccio tutto da solo!
  • Ma la vendemmia è così bella che bisogna farla in compagnia, altrimenti si perde tutto il gusto!
  • Per me, è solo lavoro.
  • E’ anche una gioia! Guarda come sono tutti felici di raccogliere questi bei grappoloni maturi! Ma ora basta parlare, verremo qui e ti aiuteremo!
  • No, no, faccio da solo!
  • Non riesci nemmeno ad alzarti!
  • Vendemmierò quando la mia schiena sarà guarita.
  • Ma l’uva marcirà nel frattempo e non potrai mangiarla, né fare il vino!

Luigino aveva ragione, bisognava raccogliere subito l’uva, era matura al punto giusto.

  • E va bene, accetterò il tuo aiuto…..g-grazie! – Bartolo non aveva mai ringraziato nessuno, Luigino lo capì, sorrise e andò a chiamare i suoi parenti e i suoi amici.
  • Ehi, venite tutti qui, aiutiamo Bartolo che si è fatto male!

Tutti acconsentirono contenti e, tra scherzi, risate e lavoro, la giornata passò velocemente e l’uva venne tutta raccolta.

Anche Bartolo si divertì: dopo un po’ smise di fare il broncio, fu contagiato dall’allegria dei suoi nuovi aiutanti e cominciò a cantare insieme a loro.

  • Scusa Luigino, avevi ragione tu, la vendemmia è una cosa bellissima! – disse. Poi si rivolse ai “suoi” aiutanti e urlò:
  • Grazie mille, siete stati bravissimi, appena mi rimetterò in piedi darò una festa per la vendemmia più bella della mia vita e siete tutti invitati!

Tutti esultarono felici e Bartolo più degli altri, perché aveva capito che anche lui aveva bisogno degli altri e che condividere le cose belle dona una gioia grandissima.