“Il racconto va dritto all’anima del/la bambino/a, diventa il mezzo per trasmettere valori molto importanti e un rito per mettersi in contatto con l’aspetto metafisico”
(psic.dott.Marchesini)
PER ESSERE FEDELE ALLA PATRIA… LA COCCINELLA E’ SEMPRE UBBIDIENTE
Questi racconti, sono stati creati per dare un supporto ad ogni Capo Cerchio e ad ogni Piccola Coccinella che vivrà questo periodo di vita a casa.
Ogni momento di vita è un’ occasione per crescere e per superare se stessi e se stesse, quindi il nostro metodo oggi più che mai ci garantisce di arrivare alle nostre bambine in modo sicuro, sereno e gioioso, con tutta la meraviglia che il Bosco sa dare.
La morale indiretta è uno strumento riconosciuto da ogni pedagogia per la risoluzione di qualsiasi genere di difficoltà sociale e personale, soprattutto per una fascia di età come quella delle Coccinelle.
L’ambiente bosco, con le sue caratteristiche e le meraviglie del creato, ci dà la chiave per la risoluzione di questo momento critico ma importante.
Gli animali e le piante sono ai loro posti e nelle loro tane e scopriranno da qui le loro qualità positive da potenziare creando riflessioni e atteggiamenti virtuosi.
Ad ogni racconto c’è un momento applicativo costituito da attività di vario genere come pionieristica, tecniche d’espressione, prove sensoriali, abilità manuali.
“Per essere fedele alla Patria… La Coccinella è Ubbidiente.”
Le nostre bambine, così piccole, pronunciano la parola “Patria”, probabilmente fino a qualche settimana fa, una parola con un concetto molto astratto.
Ora, le nostre bambine in primis, sono le cittadine che rimangono in casa, con tutte le restrizioni e le limitazioni che questo periodo ci chiede responsabilmente di mantenere.
Non è sicuramente un momento tanto semplice da affrontare per loro, data la mole di attività e appuntamenti a cui sono abituate. Con un’attenzione in più, potremmo riscoprire con loro la Legge della Coccinella, come punto di forza per trasformare il momento in Opportunità e per realizzare concretamente e consapevolmente la nostra Promessa.
Cara Capo Cerchio, Educatrice, Sorella. Tu sei un riferimento per le famiglie e per le Bambine che Dio ti ha affidato. Tu “Puoi, dunque Devi” fare qualcosa. Ascoltale, chiamale, aggiornale, punta alla loro formazione personale. In questo ti aiuteranno sei racconti per ogni punto della Legge, che dipendono direttamente dal Primo: “La Coccinella è sempre Ubbidiente” .
BUON VOLO e BUONA STRADA
Mariapia Febbrile
RACCONTI E VIDEO RACCONTI
La Cinciallegra era solita svolazzare tra le querce in modo vispo e gioioso.
Cincia, la cinciallegra aveva delle piume bellissime.
Tutti nel bosco ammiravano con piacere quel piumaggio sempre ben districato e lucido. Per non parlare dei colori delle sue penne così sgargianti: azzurre sul dorso, nere corvino sul collo e quelle più morbide e gonfie sul petto di un giallo brillante.
Era davvero orgogliosa delle sue piume sempre ben ordinate.
Ma, ogni tanto la natura tira qualche scherzetto!.
Fu costretta come tanti altri animali del Bosco a rimanersene brava e buona nel suo magnifico nido di legnetti e foglie a causa di un acquazzone che le avrebbe sicuramente staccato qualche piuma se non fosse rimasta al coperto. Non fece i conti però con un piccolo problemino a cui probabilmente non aveva mai fatto caso.
Prima di allora, volando qua e là per l’intero Bosco, gli amici animali erano sempre attenti a farle notare se perdeva qualche penna. Ad esempio, il Picchio anziano che abita nel nido a fianco, vedendola spiccare il volo per partire a zonzo per avventure, le ricordava ogni mattina di pettinarsi qualche ciuffo disordinato e scomposto durante il sonnellino.
Un bel giorno, appena sveglia infatti, si accorse di non poter mettere zampa in nessun angolo di nido. Questa volta tutti gli amici erano nei propri nidi e nelle proprie tante e nessuno poteva controllare per lei il numero di piume perse o trascurate !
Le sue piumette tanto amate infatti, erano sparse qua e là, incastrate tra i rametti. Insomma… una situazione insostenibile! Doveva fare qualcosa.
Riflettendoci, proprio qualche settimana prima la Gazza Ladra aveva recuperato da un paesotto vicino, qualche oggetto sbrilluccicante: un barattolo di latta! Lei amava raccogliere tutti gli oggetti dimenticati distrattamente dai passanti, oggetti che potevano rendere prati o boschi, posti trascurati o disordinati.
Ebbe un’idea eccezionale: costruirsi un porta Penne!
Iniziò a ricordarsi cosa faceva il Picchio anziano per creare tanti bei forellini decorativi col suo becco e seppur non fosse tanto brava ed agile come lui, il risultato fu magnifico. Ci mise tutte le sue piumette colorate e non appena sarebbe tornata a volare, le avrebbe donate ai due amici alati per ringraziarli di tutta l’attenzione che le donano per essere sempre ordinata e attenta agli oggetti che le sono intorno.
ATTIVITA’:
1. Il “portapenne”
A seconda di ciò che ora è in casa tua, sarà possibile realizzare un porta penne per tenere in ordine la tua scrivania e le cose per te più importanti!
Di seguito ti mostro quello che ho fatto io, perché amo tanto lavorare all’uncinetto, ma tu potrai rivestire qualsiasi genere di recipiente (rotoli di carta igienica, fondi di bottiglie di plastica, barattoli di latta …) con qualsiasi genere di materiale! Stoffa di calzini, cordini e nastri, qualsiasi cosa tu voglia.
Per questo genere di attività non ci sono davvero regole, se non quella di riciclare e usare solo ciò che hai in casa, senza chiedere materiale che al momento non può essere acquistato in giro!!!
L’Usignolo Din era davvero un figlio d’arte!
Figlio d’arte significa che nella propria famiglia felice, c’è qualcuno che ha una passione immensa per la musica, o per la pittura, oppure per la danza, tanto da riuscire a contagiare gli altri per questa stessa passione e Din, che aveva una mamma canterina era un cucciolo proprio dotato. Aveva una vocina eccezionale. Era chiamato da tutti Din il cantastorie, perché la sua specialità era quella di raccontare tutto ciò che accadeva intorno, vicende e fatti del bosco, con tanta eleganza nelle sue bellissime melodie alte ed intonate.
Molti nel Bosco lo ascoltavano con attenzione e pensavano che l’indomani sarebbe addirittura diventato un fantastico giornalista d’arte. Le notizie e la musica erano il suo forte! Riusciva a farsi ascoltare anche dagli animaletti più giovani che spesso, indaffarati con le proprie attività non erano soliti informarsi sugli accadimenti del Bosco.
Il maltempo però, lo costrinse per un lunghissimo tempo a rimanere nel suo nido con la mamma e i fratellini Don e Dan.
Questo tempo, per quanto limitato era comunque tanto noioso per lui.
Ora non poteva andarsene in giro ad osservare ciò che accadeva.
Passavano i giorni e durante i giochi organizzati nel nido con Don e Dan, iniziò a litigare molto, anzi troppo spesso. Esattamente, in una giornata di inizio Marzo e tra le fronde degli alberi, fece capolino il primo raggio di sole caldo e brillante che annunciava l’arrivo della
Primavera. Desiderava così tanto uscire di lì che iniziò molto spesso ad arrabbiarsi e ad innervosirsi ad ogni <<NO>> della sua mamma.
Iniziò spesso a litigare con i suoi fratellini e inventò una serie di fatti non veri per averla vinta agli occhi di Mamma Usignolo o semplicemente per arricchire i suoi racconti con qualche notizia intrigante.
Per esempio, una mattina gli venne chiesto di contare i semini del buco delle conserve, in realtà non gli andava tanto aiutare la mamma e ne fece cadere parecchi dall’albero per distrazione. Quando Lei gli chiese dove fossero finiti, inventò di aver visto Don mangiarsene alcuni. Le cose continuarono così e Din inventava mille versioni non vere per qualsiasi cosa che accadeva nel nido, provocando confusione e liti continue.
Poco prima dell’arrivo della Primavera, Mamma Usignolo decise di porre fine a questa storia e pensò di lanciare ai tre piccoli uccellini una sfida fenomenale, per prepararsi al meglio al giorno in cui sarebbero riusciti a volare.
Consegnò loro un tronco cavo, in cui avrebbero inserito rametti e semini per ogni volta che avrebbero detto la verità e per ogni volta che avrebbero parlato affrontando un litigio, senza ricorrere a note troppo alte ed assordanti evitando confusione.
I tre piccoli accettarono ma ben presto Din si accorse quanto difficile fosse rispondere alle domande in modo sincero e leale e soprattutto senza arricchire le proprie storie con dettagli inesistenti solo per divertimento.
Giorno dopo giorno si accorse che il suo strumento si riempiva sempre di più e ad ogni movimento sassolini, semini e rametti accumulati con tanta fatica, producevano un suono meraviglioso.
Pensando bene alle sue parole che spesso erano informazioni o notizie non proprio corrette e sincere o dette senza motivo per cui nessuno le ascoltava: lui si arrabbiava o si rattristava e quindi decise di parlare sinceramente con la mamma e con i suoi fratellini perchè tutto si faceva immediatamente più chiaro; in questo modo poteva ritornare subito a giocare felice e gioioso.
Si abituò così tanto a riflettere se le sue parole fossero davvero sincere che riempì non uno, ma ben tre tronchi cavi suonanti! Presto sarebbe tornato a volare per raccogliere storie e notizie.
Ma questa volta le sue parole avrebbero avuto tutta un’altra musica!
ATTIVITA’:
La Maracas della Sincerità
Cosa ne pensi di costruire anche tu uno strumento che raccolga un granello rumoroso per ogni pensiero, dubbio, incomprensione, o semplicemente per ogni volta che hai evitato di dire una bugia?
Potresti accorgerti di quante parole inutili volano in giro senza pensarci su ed alla fine potrai gettarle via, e far risuonare solo la tua sincerità. Magari, potrai riportare nel tuo Cerchio il tuo strumento quando ci rivedremo con le altre sorelline Coccinelle!
Cosa ti serve?
-Solo una bottiglia, di latte o acqua, che tu possa tappare e stappare all’occorrenza per riempirla;
-tanti semi, riso, legumi e tutto ciò che possa far rumore;
-Qualche decorazione che hai in casa: nastrini, stikers, bottoni, ritagli di carta colorata;
-Colla vinavil o Colla a caldo facendoti aiutare da un adulto!
Coccinella, era ormai da giorni nella sua Tana. Lei la adorava! Amava stare adagiata sulla sua foglia ogni notte per fare sogni tanto belli e, al mattino, non vedeva l’ora di lavarsi nella conca piena di rugiada fresca e limpida.
Tuttavia, nonostante amasse tremendamente quella dimora, stare a casa iniziò a darle noia.
Gioiosa e allegra com’era escogitò un piano per godersela al meglio: un giorno in cucina, un altro nel bagno, un altro ancora nella sua stanza con la sua foglia per riposare… .
Ma presto, il tour delle stanze era finito!
Chiese a Carolina, sua sorella maggiore, cosa potesse fare per ammazzare il tempo e per trovare qualcosa di nuovo da fare. Carolina sorridente, le rispose così:
-“Inizia a fare quello che è necessario, e dopo di che ti accorgerai di aver fatto ed ottenuto molto di più”-
Questa risposta non la rese per niente contenta e soddisfatta! Imbronciata ed innervosita se ne andò nel suo angolo e sbuffando cominciò ad aprire la finestra di corteccia per arieggiare bene la sua camera, proprio come era consigliato dal telegiornale “Bosco ToDay” in quei giorni di chiusura in tana.
L’aria fresca entrava leggera entrava in ogni punto della dimora, accompagnata dai primi raggi di sole della Primavera ma Coccinella non si accorse proprio di nulla dato il suo malumore. Con la testa china e le antenne basse, raccoglieva giochi di pigne e bacche colorate che usava per disegnare lasciate qua e là la sera prima. Dalla finestra continuava ad entrare l’arietta e pian piano portava con sé anche un profumo delicato di Mughetto ma il suo nasino era arricciato per la tristezza che non riuscì proprio a percepirlo.
Il vento allora si fece più forte, questa volta attirando la sua attenzione. Con grandissima meraviglia, vide ad un tratto entrare per quella breve raffica, una foglia di Gelso. La foglia di Gelso è famosa nel Bosco per essere usata dai bruchi per costruire il bozzolo e per rimanere al calduccio durante la trasformazione in farfalla! E ogni animaletto la usa volentieri come coperta. La foglia viene adagiata dal Vento tra due sedioline della camera di Coccinella formando una piccola capannina… .
Un po’ spaventata e un po’ stupita, si avvicina alla morbida foglia e ne solleva un lembo, esclamando: -<< Wooooow! Una stanza segreta. E chi se lo aspettava!>>-.
Prese subito due cuscini, una piccola torcia e pensò anche di portarvi dei libri che non aveva mai letto. Quel piccolo spazio diventò subito un posticino intimo, accogliente e meraviglioso.
Ed era tut
to suo! Mentre era in quel posto pensò a quanto successo ed immediatamente le vennero in mente le parole di sua sorella maggiore Carolina:
-“Inizia a fare quello che è necessario, e dopo di che ti accorgerai di aver fatto e ricevuto molto di più”-
Che dire… basta davvero poco per essere Contente!
ATTIVITA’:
- Il fortino segreto
Hai mai avuto il desiderio di allestire una specie di “tenda in casa”?
Forse lo hai fatto già o forse no, ma scommetto che in questi giorni vi serva proprio un posticino caldo e comodo tutto vostro in cui poter fare qualcosa che vi piace tanto!
Bene, passiamo alla pratica allora:
ti basterà:
-un pile o una coperta ben grande;
-delle sedie o delle poltrone;
-eventualmente delle mollette per bloccare il tessuto;
-tanta fantasia per renderlo un posticino comodo ed accogliente.
Ora qualche spunto per voi… vi mostro il mio. Anche la mia cagnolina Trilly ha proprio gradito!
Ogni scoiattolo fa davvero una vita frenetica. Salta di ramo in ramo, è veloce grazie alle sue zampine anteriori e sa afferrare con destrezza qualsiasi cosa al volo raccogliendo ghiande, piccoli frutti e bacche di ogni genere. Le direttive del Gufo sulle riviste e sui giornali del Bosco sono ormai chiare, quindi anche gli scoiattoli sono tutti al riparo nelle nicchie legnose della Grande Quercia. Conny è in tana, come tutti gli altri. E come tanti altri abitanti nel bosco ha tantissimi amici ma abitano tutti troppo lontani da lui. Gli mancavano davvero tanto e per scacciare questo pensiero iniziò a curiosare qua e là per la tana e corre in dispensa.
Ogni scoiattolo, fa provviste che raccoglie durante i periodi di freddo o per i casi di emergenza come questo. E così, in quel posto pieno di cianfrusaglie, per distrarsi, inizia a cercare… .
La sua attenzione è attirata da un’antica scatola di legno, con un’etichetta scritta. E’ proprio la grafia del suo papà e c’è scritto: “i miei giochi antichi”.
<<Spettacolare!>> – pensò – <<avrei voluto raccontarlo ai miei amici, non avrebbero creduto ai loro occhi>>.
Dispiaciuto, per la lontananza dei compagni iniziò ad aprirla. Vi trovò oggetti strani: una scheda con un codice, legnetti bucati e raccolti da fili, e poi… due gusci di noci unite da un filo lungo poco più di un metro… . Era felice di aver trovato qualcosa di antico, ma davvero non riusciva a capirne l’uso. <<Ah, se ci fossero stati i miei amici! Avrei di certo capito cosa farne>> .
Iniziò a prendere tra le zampe quelle noci legate da un filo e mentre pensava e ripensava a cosa servissero, dalla finestra della quercia notò che c’era Lina, una scoiattolina che conosceva solo di vista, ma con cui non aveva mai parlato. Gonfiò il petto, prese coraggio e gridò:
<<EHY LINA, GUARDAAA! GUARDA UN PO’ COSA HO TROVATO. TI LANCIO UN ESTREMITA’, AFFERRALO!>> Lina riuscì ad afferrare il guscio di noce e immediatamente i due scoiattoli erano uniti da un filo. Bastò poco per scoprire presto che era un vero e proprio telefono. Parlando nella noce, il filo conduceva la vibrazione della vocina all’altra estremità.
Il papà tornò presto da raccogliere le provviste necessarie e con grande stupore vide che Conny stava giocando col suo antico Telefono senza fili!. Poi, gli spiegò ogni tipo di gioco che aveva conservato nella sua scatola. Gli spiegò che aveva conservato tutti quei giochi che gli avevano permesso di comunicare e parlare con i suoi vecchi amichetti quando erano costretti stare a casa. Con le tabelle dei codici di punti e linee poteva mandare messaggi di affetto anche a distanza, o col telefono senza fili poteva parlare a distanza da un ramo all’altro con gli amici della stessa quercia o degli alberi vicini. Insomma.
Aveva conservato qualsiasi cosa gli consentisse di dire ai suoi amici quanto bene gli voleva.
ATTIVITA’:
- Il “telefono senza fili”
Ve lo spiego ma VI RACCOMANDO, ogni cornetta (Bicchiere) deve essere assolutamente personalizzata, anche se sicuramente ci giocherai solo con un tuo fratellino o una sorellina, o con la tua mamma o il tuo papà. In questo momento è importantissimo dare tanta importanza all’igiene ed essere super attente ai dettagli.
Avrete bisogno di:
-Bicchieri di carta:
-una penna bic per creare un forellino;
-un filo di lana
Come si fa?
Personalizzate innanzitutto la vostra cornetta in modo da non poterla confondere.
Forate il dorso del bicchiere con una penna o con una matita appena appuntita.
Inserire i capi del filo all’interno del bicchiere tramite il foro fatto, bloccandolo con un nodo grande e grosso in modo che non possa scivolare.
- Lo scaccia pensieri in codice morse
Per scacciare la mancanza delle nostre sorelline e dei nostri amici, potremmo usare un codice insolito per scrivere un messaggio particolare! Potresti ricreare un dietro porta schiaccia pensieri con una parolina breve ma carina per una tua amica, o semplicemente per decorare la tua stanza e inviare una foto al cerchio.
Come si fa?
Bene: il codice morse è un codice fatto da puntini e linee. Ogni lettera dell’alfabeto è diversa!
Ho scelto di scrivere la parola Eccomi.
E – C – O – M – I (ricorda che le doppie non si usano col codice morse)
Per ogni punto preparo un tubettino
Per ogni linea una bella pennetta
Potrai anche usare delle cannucce colorate da tagliare piccole per i punti e grandi per le linee.
Ora basta infilare ogni lettera nel filo, nel nastrino o nel cordino che avete scelto e alla fine potrete fermarlo con un nodo, un fiocco o con un ciondolo che non usate più.
Io per dividere ogni lettera ho usato delle coccinelle di legno che ho tolto da qualche bomboniera e confettata di feste qua e là, voi potreste fare un nodo o intervallare le lettere con un bel bottone!
Il mio schiaccia pensieri è pronto. In questo periodo lo terrò in cameretta sulla mia bacheca dei ricordi, ma poi lo porterò in Tana non appena rivedrò tutte le mie Coccinelle!
Nel Bosco ormai rintanato e alquanto silenzioso, l’Edera che cresceva intorno alla Grande Quercia, iniziava davvero a sentirsi sola e inutile. Ebbene si! Proprio Inutile.
Osservava ferma ed immobile tutti gli animaletti che intorno imparavano tante belle cose su se stessi nonostante l’obbligo di rimanere nelle tane e lei rimaneva ferma a guardare tutto ciò che accadeva.
Era sempre gentile ogni mattina con tutti coloro che osservava nei dintorni e nonostante ciò non sapeva cosa fare.
Si sentiva come in un film di cui tutti erano i protagonisti delle proprie giornate e lei invece, era una semplice spettatrice che ne guardava le scene.
Una di quelle mattine però successe qualcosa che non aveva mai considerato… .
Un picchio, che di solito trasporta da sé i rametti utili al suo lavoro, ora non poteva andare al di là del suo nido e non sapeva proprio come raccogliere il mucchietto di rametti lasciati tempo addietro.
L’edera non ci pensò due volte: conosceva l’arte dei nodi, e disse al picchio: – “ci penso io!”.
Allungò due estremità dei suoi filamenti verso il basso intorno al mucchietto e dicendo:
-“destro sul sinistro, sinistro sul destro” riuscì a stringerli insieme e a trascinarli verso il nido dell’uccello!.
Il Picchio era meravigliato, afferrò il suo fascio di legni e la ringraziò di cuore.
Ma l’edera nel pomeriggio, tornò presto a sentirsi stanca ed inutile…
Qualche ora dopo trovò un gruppo di formiche, le formiche volontarie che si erano offerte di portare nei nidi di insetto sotto terra, ogni genere di chicco di cibo per le provviste per facilitare gli animaletti anziani che non potevano uscire.
Le formiche erano costrette a fare tanta strada con molto carico sulle spalle e piccole com’erano facevano tanta fatica.
Edera, che aveva delle radici molto lunghe e ricopriva gran parte della superficie però, consigliò alle formiche di fermarsi un attimino e, avvolgendosi su se stessa, si restrinse a tal punto da facilitare il passaggio delle piccole amiche.
Fermandosi per prendere fiato, le gran lavoratrici, esultarono in coro con un grande applauso! Ringraziarono allegre l’Edera che le aveva risparmiato il passaggio da una parte all’altra del campo!
Ormai scese la sera… e le lucciole non illuminavano più il bosco ronzando durante la notte buia. Il nero scese a capofitto. Allora, arrivò un lampo di genio!
La lanterna era spenta da un po’ di giorni ed era stata lasciata ai piedi della Grande Quercia….
Lei poteva fare qualcosa! Presto si attorcigliò intorno al suo manico, fece tre giri intorno a se stessa e si strinse in un nodo molto grazioso. Così la sollevò in alto in alto, sul ramo più esposto della chioma dell’albero e ad un tratto la lanterna tornò immediatamente a risplendere!
Da lì in poi, Edera, scoprì qualcosa… Imparare qualcosa di nuovo, iniziava dal Rendersi Utile
Ormai era primavera e ogni bruco attende questo grandioso momento per chiudersi all’interno del proprio bozzolo e rimanere lì per un bel po’ di giorni e trasformarsi in farfalla.
Ma era già da un bel po’ di giorni sotto alle foglie del suo albero di gelso, poiché le disposizioni del Bosco erano molto importanti da rispettare.
In quei giorni si stava preoccupando molto, poichè, non potendo avvisare nessuno della sua prossima trasformazione, gli amici non l’avrebbero affatto riconosciuto. E poi, i bruchi, prima della splendida metamorfosi sono soliti raccontare ad ognuno dei conoscenti, tutte le scoperte fatte in quel periodo di vita sotto quelle sembianze con tanti piedini!
Ed ora, la tradizione non poteva essere mantenuta…
Ma escogitò un vero e proprio piano per lasciare l’insegnamento più prezioso che aveva appreso nei giorni da bruco.
I bruchi sono gli animali che in assoluto hanno l’olfatto più sviluppato tra tutti! Non poteva lasciare che gli amici, rimanessero senza un resoconto della sua magnifica esperienza. Quante cose aveva appreso. Non poteva perderle così.
Prese allora dei pezzettini di seta intrecciata dai bachi, i suoi cugini e, dentro ad ognuno ci mise tutte le erbe che gli ricordavano i profumi più cari che avesse mai sperimentato!
Creò vari sacchettini, sembravano quasi delle bomboniere da ricordo che si consegnano in dono alla fine di ogni festa nel bosco e ci racchiuse: caffè, origano, zenzero, basilico, ……. Insomma, aveva imparato il profumo di tantissime erbe aromatiche e radici.
Finì l’opera e conservò ogni sacchetto in una scatola divisa in scomparti. Richiuse la scatola e vi scrisse: per i miei amici del bosco. Quando sarò una farfalla, giocheremo insieme a riconoscere odori e spezie. Non dimenticatevi di me.
Con affetto il vostro bruco!
ATTIVITA’:
- La scatola dei ricordi profumati
ti serviranno dei tovaglioli e tutte le erbe aromatiche secche che hai in casa!
Mettine un po’ nel tovagliolino e richiudi con un laccetto.
Se conserverai tutti i piccoli sacchettini, potrai giocare con le altre coccinelle ad un Kim odori! Cosa vi ricordano? A cosa servono? ….. forza, cerca tutte le piante che servono ogni giorno anche in casa.