Obiettivo: scoprire il valore della collaborazione!
Quest’inverno nel bosco dei pioppi la pioggia è scesa abbondante, sommergendo tutto quanto di acqua fangosa. Alcune tane sono andate distrutte, altre hanno riportato danni notevoli, ma a primavera inoltrata gli abitanti del bosco sono pronti a darsi da fare per ricominciare. Già da qualche giorno hanno iniziato ad uscire timidamente dalle tane, o meglio da ciò che ne rimane, per valutare i danni e ricostruire. In fondo, e noi lo sappiamo bene, può capitare che vi siano dei lunghi periodi più difficoltosi di altri e che la ripresa sia lenta e richieda una paziente attesa. Tra quelle tane che hanno riportato i danni maggiori, vi è il formicaio: è andato quasi del tutto distrutto! E dire che le formichine avevano lavorato per tutta la precedente estate per renderlo il più confortevole possibile. Avevano deciso di posizionarlo sotto il ceppo del pioppo tremulo, si sentivano protette dal dondolio frusciante delle sue foglie. Vi avevano trasportato tutte le provviste possibili, guidate dalle compagne più dotate, in grado di scovare sempre nuove fonti di approvvigionamento. Avevano riposto con la massima cura al sicuro ogni briciola, consapevoli di poter vivere serenamente fino alla primavera successiva e tutto aveva lasciato ben sperare, almeno per i primi tempi. Un giorno aveva iniziato però a soffiare uno strano vento: forse era quello di cui avevano sentito parlare nei racconti ascoltati nelle lunghe sere d’inverno. Erano seguite settimane di pioggia scrosciante, incessante, come non si vedeva ormai da molti anni. Tutte le creature del bosco avevano cercato di mettersi in salvo insieme alle loro cose, le meno importanti e le più preziose. Tra le formiche vi era stato un gran fermento, ma stranamente non erano coordinate ed efficienti come sempre; il tempo passava e ogni istante prezioso per la salvaguardia del formicaio veniva sprecato. Era davvero una spiacevole situazione: ciascuna camminava tentando di portare in salvo le proprie cose, ma solamente quelle, senza poi concludere un granché! Infatti, in questo gran muoversi avanti e indietro, la pioggia, appena qualcuna pensava di aver messo al riparo un sassetto, una piccola nocciola, irrompeva e portava via tutto in rivoli lontano lontano. In questa situazione avevano anche iniziato a bisticciare:
– Vieni qui, dammi una zampa!
– Perché non lo fai da sola?
– Se te lo sto chiedendo è perché ne ho bisogno!
– Ma anche io ho bisogno, sciò!
E così via, senza un’apparente soluzione. La confusione regnava in quello che era stato un confortevole formicaio.
– Che tristezza!- sospirava Ginetta, troppo piccola e gracile per trasportare qualcosa come le altre. Neanche il tempo di dirlo ad alta voce, che una nuova tempesta era in arrivo: non era più una questione di salvare le provviste, ma di mettersi in salvo, bisognava andare, non c’era alternativa. Si rendeva conto che stavano tutte rischiando di esser trascinate via dalla pioggia, così era salita su di un grosso sasso che avevano trovato sul posto per ammonire le altre formiche:
– Compagne, la tempesta sta rinforzando, siamo state capaci di costruire questo formicaio con grande amore, saremo capaci di costruirne un altro se riusciremo a metterci in salvo! Lasciate tutti i vostri averi e stringete le zampette delle vostre vicine: con la collaborazione di tutte ne usciremo.
Improvvisamente le formiche si rendevano conto di quanto erano state egoiste e piccine, ma com’era successo? Un po’ perfino si vergognavano, ora che qualcuno aveva fatto notare il loro comportamento sconsiderato. Nel frattempo, una scarica d’acqua potente aveva oscurato il formicaio, rendendo difficile trovare le compagne. Fidandosi, iniziavano a cercare a tentoni le zampette delle altre e riuscivano, in gran catena unite, ad uscire una alla volta da quella che ormai era diventata una trappola fangosa. Nel giro di pochi minuti la pace e la collaborazione erano state ritrovate: che bellezza affrontare insieme le avversità!
Da quel momento le formiche hanno imparato una importante lezione: tra di esse c’è un’aria nuova, sanno che le aspetta una grande, notevole prova e anche se il formicaio è ancora in ricostruzione, assaporano l’aver finalmente ricordato che da soli non si ottiene un bel niente e fare squadra è molto più gratificante.