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Per farsi credere veramente degno di disprezzo e per dare agli altri esempio di una confessione sincera,
se per caso commetteva qualche mancanza, non esitava a confessarla pubblicamente e sinceramente mentre
predicava a tutto il popolo. Anzi, se gli capitava di pensar male, sia pur minimamente, di qualcuno, o gli sfuggiva
qualche parola troppo forte, subito manifestava con tutta umiltà il suo peccato a colui che aveva osato giudicare,
chiedendogli perdono. Pur non potendogli rimproverare proprio nulla, data la vigilanza che esercitava su di sé, la
sua coscienza non gli dava pace, finché non avesse sanato con rimedio appropriato la ferita dell’anima. Bramava far progressi in qualsiasi specie di virtù, ma non voleva esser notato, per fuggire l’ammirazione e non cadere nella vanagloria.
Miseri noi, che ti abbiamo perduto, padre santo, esemplare di ogni bene e di umiltà! Per giusta condanna ti abbiamo perduto, perché trascurammo di conoscerti quando ti avevamo tra noi!