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Fu liberato dalla prigione poco tempo dopo e divenne più compassionevole con i bisognosi. Propose anzi
di non respingere nessun povero, chiunque fosse e gli chiedesse per amor di Dio.
Un giorno incontrò un cavaliere povero e quasi nudo: mosso a compassione, gli cedette generosamente, per
amor di Cristo, le proprie vesti ben curate, che indossava.
È stato, forse, da meno il suo gesto di quello del santissimo Martino? Eguali sono stati il fatto e la
generosità, solo il modo è diverso: Francesco dona le vesti prima del resto quello invece le dà alla fine, dopo aver rinunciato a tutto. Ambedue sono vissuti poveri ed umili in questo mondo e sono entrati ricchi in cielo. Quello, cavaliere ma povero, rivestì un povero con parte della sua veste, questi, non cavaliere ma ricco, rivestì un cavaliere povero con la sua veste intera. Ambedue, per aver adempiuto il comando di Cristo, hanno meritato di essere, in visione, visitati da Cristo, che lodò l’uno per la perfezione raggiunta e invitò l’altro, con grandissima bontà, a compiere in se stesso quanto ancora gli mancava.