FF 709
Questo Santo assicurava che la letizia spirituale è il rimedio più sicuro contro le mille insidie e astuzie
del nemico. Diceva infatti: «Il diavolo esulta soprattutto, quando può rapire al servo di Dio il gaudio dello spirito.
Egli porta della polvere, che cerca di gettare negli spiragli, per . quanto piccoli della coscienza e così insudiciare il candore della mente e la mondezza della vita. Ma–continuava– se la letizia di spirito riempie il cuore, inutilmente il serpente tenta di iniettare il suo veleno mortale. I demoni non possono recare danno al servo di Cristo, quando lo vedono santamente giocondo. Se invece l’animo è malinconico, desolato e piangente, con tutta facilità o viene sopraffatto dalla tristezza o è trasportato alle gioie frivole ».
Per questo il Santo cercava di rimanere sempre nel giubilo del cuore, di conservare l’unzione dello spirito e
l’olio della letizia. Evitava con la massima cura la malinconia, il peggiore di tutti i mali, tanto che correva il più
presto possibile all’orazione, appena ne sentiva qualche cenno nel cuore.
«Il servo di Dio–spiegava–quando è turbato, come capita, da qualcosa, deve alzarsi subito per pregare, e
perseverare davanti al Padre Sommo sino a che gli restituisca la gioia della sua salvezza. Perché, se permane nella tristezza, crescerà quel male babilonese e, alla fine, genererà nel cuore una ruggine indelebile, se non verrà tolta con le lacrime.
Prove di sentiero collegate a questo brano: 7