Obiettivo: far riflettere le bambine sul bullismo, sull’importanza sia di chiedere aiuto, sia di offrirne a chi lo subisce
Moltissimi anni fa, in un bosco bellissimo, vivevano tanti piccoli ricci che abitavano in piccole case, ai piedi di un enorme albero pieno di castagne.
Un bel giorno, dai rami del grande albero, i ricci sentirono dei lamenti e si avvicinarono per vedere chi era che piangeva così. Salirono sull’albero e rimasero sorpresi: erano le castagne! Si lamentavano e piangevano perché alcuni uccellini dispettosi, scendendo in picchiata, le prendevano e le usavano per giocare a palla tra loro.
- Povere castagne! – disse uno dei ricci.
- Non è giusto che vi usino per giocare a palla! – disse un altro.
- Vi aiuteremo noi! – aggiunse un terzo.
I ricci, che erano molto furbi, escogitarono un bel piano: avrebbero avvolto le castagne coi loro corpicini pieni di aculei, per proteggerle dagli uccellini che dopo poco, puntuali come ogni giorno, arrivarono, intenzionati a fare una bella partita a palla volante.
- Amici – disse un uccellino – tutti in picchiata, prendiamo una palla per giocare!
Così dicendo, scese sull’albero, allungò il becco per cogliere una castagna, ma… invece del solito guscio marrone, lucente e liscio, trovò il corpo appuntito di un riccio!
- Ahi, ahi, ahi ! – esclamò – Ma cosa è stato a pungermi?
- Sono il riccio della castagna… prendi un sasso per giocare, invece della mia amica. Altrimenti ti pungerò di nuovo! Ma gli uccellini non volevano giocare con i sassi, erano troppo duri, preferivano le castagne! E così altri uccellini provarono ancora e ancora, finchè, con i becchi pieni di punture, se ne andarono rinunciando alla loro partita di palla volante.
- Evviva! – esultarono i ricci.
- Si, evviva, grazie amici ricci, ci siete stati di grande aiuto! – dissero le castagne.
Da quel giorno, gli uccellini non tornarono più a disturbare le castagne che, ancora oggi, hanno il loro riccio per proteggersi.