Le lepri sono molto paurose. Appena sentono un piccolo rumore scappano per non farsi acchiappare. Perciò il Signore ha dato alle lepri orecchie grandi per sentire i rumori da lontano e zampette veloci per scappare.
Una lepre aveva un bel leprotto. Mamma lepre insegnava al suo cucciolo tutte le regole per sopravvivere. Lo ammaestrava a distinguere i rumori pericolosi da quelli innocui. Il leprotto, seduto sulle zampette di dietro, ascoltava attentamente le lezioni della mamma. Mamma lepre metteva in guardia soprattutto il leprotto contro le trappole dei cacciatori.
Il leprotto è ormai grande. Gira per il bosco in cerca di bocconcini prelibati senza la compagnia della mamma. Un giorno il leprotto si imbatte in una trappola con un’esca molto appetitosa.
— Che bel bocconcino! — pensa il leprotto dimenticandosi degli avvertimenti di mamma lepre.
Fa un passettino avanti e subito la trappola scatta e si chiude sulla zampetta della bestiola. Tutto è avvenuto così in fretta che il leprotto non si rende neppure conto di essere prigionero. Prova a dare qualche strattone, ma il laccio della trappola non si spezza. Il leprotto si fa tanto male alla zampetta. Allora comincia a gridare con quanto fiato ha in gola:
— Mamma, mamma, vieni presto a liberarmi perché non posso più correre. Qualcosa mi tiene per la zampetta.
Mamma lepre però è lontana. Aveva messo in guardia il leprotto contro tutti i pericoli e si fidava di lui lasciandolo scorrazzare da solo per il bosco.
Le grida del leprotto attirano invece il cacciatore che aveva sistemato la trappola. Il cacciatore si avvicina, stacca il leprotto, gli lega con una cordicella le zampette e se lo mette a tracolla per portarselo a casa.
Mentre il cacciatore cammina per il bosco incontra i due frati che stavano andando a trovare Santo Francesco. Uno dei frati dice all’altro:
— Guarda quel cacciatore. Chiediamogli se ci lascia il leprotto così potremo fare un regalo a Santo Francesco. I due frati si avvicinano al cacciatore e gli dicono:
— Tu conosci di certo Santo Francesco. Sarebbe molto sollevato se potesse mangiare un po’ di carne. Puoi regalarci quel leprotto che porti sulle spalle?
Il cacciatore che voleva molto bene a Santo Francesco, si toglie il leprotto dalle spalle e lo dona volentieri ai frati. Questi portano subito il leprotto a Santo Francesco che si trovava in una grotta a pregare. I frati posano il leprotto nel grembo di Santo Francesco e gli dicono:
— Padre Santo, ti abbiamo portato un leprotto. Se vuoi, possiamo cuocerlo e prepararti un poco di arrosto.
Santo Francesco dice:
— Fratelli miei, spero che non siate stati voi a catturare questa piccola creatura di Dio. Non vedete come trema? Ha una zampetta gonfia. Sentite come chiama disperatamente la mamma? Sciogliete subito la cordicella che lo tiene legato.
I due frati non sentono proprio nulla. Però obbediscono a Santo Francesco e slegano le zampette del leprottino. Si aspettano che la bestiola spicchi un salto e fugga via a tutta velocità, ma il leprotto rimane accovacciato nel grembo di Santo Francesco. Il Santo gli accarezza le orecchie e la testa dicendo:
— Fratello mio leprotto, perché ti sei fatto acchiappare? Adesso và perché la tua mamma ti sta cercando.
Così dicendo Santo Francesco posa dolcemente il leprotto per terra, ma la bestiola fa un salto e torna nel grembo di Santo Francesco.
I due frati non credono ai propri occhi. Rimangono a bocca aperta con la cordicella che teneva legate le zampette del leprotto, penzolante fra le mani. Santo Francesco accarezza di nuovo il leprotto e gli dice:
— Fratello leprotto, io ti ordino di andare.
E rimette per la seconda volta il leprotto per terra. Ma il leprotto ancora salta in grembo a Santo Francesco. Allora il Santo dice ai frati:
— Portate il leprotto ai limiti del bosco.
I frati obbediscono e questa volta il leprotto si dirige verso il bosco dove la mamma lo stava aspettando in ansia. Il leprotto zoppica un poco perché ha tanto male alla zampetta. prima di sparire tra le piante si volta verso Santo Francesco e con i movimenti del capo e delle orecchie sembra che voglia promettergli che non disobbedirà più a mamma lepre.