Santo Francesco dimorava con alcuni frati nelle collette costruite accanto alla chiesa della Porziuncola. Un giorno santo Francesco è seduto a tavola con alcuni frati. Sulla povera mensa c’è solo un grosso pane nero e una brocca d’acqua. Santo Francesco spezza il pane con le mani e lo distribuisce ai frati. Mentre questi mangiano allegramente il pane inzuppato nell’acqua , sulla finestrella del refettorio si posano due pettirossi. Sono un maschio e una femmina. Stanno lì, e muovendo il capo a destra e sinistra, guardano i frati mangiare. Santo Francesco li vede e subito dice :
-Fratellini miei pettirossi, venite anche voi a mangiare questo pane dono del Signore.
I due pettirossi , che sono molto affamati, non si fanno pregare oltre. Volano sulla tavola e cominciano a beccare le bricioline cadute. Quando hanno finito Santo Francesco dice :
-Ora non c’è più niente. Ringraziamo il signore per il cibo che ci ha dato. Però, fratellini miei pettirossi, domani ritornate, vi prego. Divideremo il pane fra noi poverelli.
I due uccellini abbassano il capo per ringraziare santo Francesco e poi frullano via attraverso la finestra aperta.
Il giorno dopo eccoli di nuovo. Si posano sulla finestrella e aspettano che san Francesco li inviti. Cinguettano come per dire qualcosa.
-Ho capito, – Dice Santo Francesco – avete anche quattro piccoli da sfamare nel nido. Ebbene, oggi potrete portare via qualche briciolina per i vostri piccoli. Ma ora venite a mangiare insieme a noi.
I due pettirossi, come il giorno prima, beccano tutte le bricioline. Poi Santo Francesco sminuzza l’ultimo pezzetto di pane tenuto in serbo e dice ai pettirossi:
-Riempitevi il becco con queste bricioline e portatele ai vostri piccoli che aspettano nel nido.
Per tanti altri giorni i due pettirossi vengono a mangiare assieme a Santo Francesco e ai frati.
Un giorno sulla finestrella del refettorio si posano i sue pettirossi con i loro piccoli che ora hanno imparato a volare. Sono quattro pettirossi tutti somiglianti a papà e mamma.
I pettirossi genitori cinguettano a Santo Francesco come per chiedergli il permesso di portare a mensa i loro figlioletti.
Santo Francesco dice ai frati:
– Vedete cosa hanno fatto i nostri fratelli pettirossi, come se fossero intelligenti? Ci hanno detto; Ecco, frati, vi presentiamo i nostri piccoli, cresciuti con le vostre briciole. Disponete di loro come vi piace. Noi andiamo ad altro focolare.
Poi Santo Francesco, rivolto ai pettirossi genitori, dice:
-Fratelli pettirossi, sono molto contento che abbiate portato i vostri figlioletti. Venite, ci sono bricioline per tutti.
I sei pettirossi volano sulla tavola e cominciano a beccarne le bricioline.
Il giorno dopo i pettirossi genitori non ritornano più. Hanno affidato i loro piccoli ai frati e possono stare tranquilli.
Si presentano invece i quattro pettirossini. Fra essi ve n’è uno più grosso. È il maggiore della nidiata e sembra il più ingordo e prepotente. Vuole le briciole più grosse e quando ha finito di mangiare la sua parte, va a beccare le briciole dei fratellini.
Santo Francesco qualche volta lo rimprovera:
– Fratellino, non essere così ingordo. Hai già avuto la tua parte. Laascia mangiare tranquilli i tuoi fratellini.
Ma quel prepotente non dà ascolto neanche a Santo Francesco.
Santo Francesco dice ai frati:
– Guardate questo ingordo. È pieno e sazio eppure è invidioso degli altri fratelli affamati. Avrà certo una brutta morte.
Un giorno il pettirosso ingordo sale sull’orlo della brocca per bere. Si sporge e allunga il collo per immergere il becco nell’acqua. Perde l’equilibrio e finisce dritto dritto dentro la brocca.
Santo Francesco subito lo tira fuori, ma ormai è troppo tardi: il pettirosso ha il beccuccio aperto e le zampette rattrappite.
Ai frati e ai tre pettirossi rimasti, dispiace molto che l’uccellino sia morto annegato anche se era ingordo e prepotente.