Care Capo,
leggendo qua e là ho trovato questo articolo che mi ha fatto molto riflettere e che vorrei condividere con voi per dare un significato sempre più forte alla Gioia.
La gioia è un concetto strano, una condizione dell’essere che in genere notiamo solo quando emerge dalle nostre emozioni. Siamo felici quando ci sentiamo felici, ma la gioia in sé non è un’emozione. Le emozioni vanno e vengono, ma una persona veramente gioiosa rimane tale anche nelle circostanze più difficili. La gioia è una virtù più forte del modo in cui ci sentiamo in un determinato momento. È forte e salda, e sopporta dolore, delusione e perfino ingiustizia. Il motivo per il quale spesso notiamo la gioia come sentimento è perché è così potente che è in grado di traboccare nelle nostre emozioni.
C’è una storia che riguarda San Francesco d’Assisi e il modo in cui un giorno, mentre camminava con un altro monaco, frate Leone, spiegò il concetto di perfetta letizia. Era una fredda giornata invernale, e loro rabbrividivano nei loro sai leggeri, quando Francesco disse a Leone che anche se fossero diventati i più santi di tutti i monaci non avrebbero avuto la perfetta letizia. Camminarono per un altro po’, e Francesco disse che anche se i monaci avessero compiuto dei miracoli non avrebbero avuto la perfetta letizia. Proseguirono in silenzio, e Francesco aggiunse che se fossero diventati i più saggi di tutti gli uomini, noti per le loro intuizioni profetiche, anche questa non sarebbe stata perfetta letizia.
Francesco continuò descrivendo magnifiche visioni di gloria e successo, dicendo che nessuna di esse sarebbe stata sufficiente. Alla fine Frate Leone ne ebbe abbastanza e gli chiese: “Insegnami cosa sia la perfetta letizia”.
La risposta di Francesco fu sorprendente:
“Quando saremo arrivati a Santa Maria degli Angeli e saremo bagnati per la pioggia, infreddoliti per la neve, sporchi per il fango e affamati per il lungo viaggio busseremo alla porta del convento. E il frate portinaio chiederà: Chi siete voi? E noi risponderemo: Siamo due dei vostri frati. E Lui non riconoscendoci, dirà che siamo due impostori, gente che ruba l’elemosina ai poveri, non ci aprirà lasciandoci fuori al freddo della neve, alla pioggia e alla fame mentre si fa notte… Se noi subiremo con pazienza ed allegria pensando alle pene del Cristo benedetto e che solo per suo amore bisogna sopportare, caro frate Leone, annota che sta in questo la perfetta letizia”.
Se stare in piedi nel fango durante un temporale dopo essere stati attaccati era la sua idea di gioia, San Francesco doveva avere un concetto ben diverso dal mio.
Approfondendo ciò che intendeva, però, penso che avesse ragione. La sua insistenza è sul fatto che la sofferenza è gioiosa quando è un atto d’amore. Sono sempre stato in qualche modo insoddisfatto della spiegazione per la quale la gioia è semplicemente qualcosa in noi che ci aiuta ad essere felici anche quando la vita è dura. Anche se la gioia non è un sentimento, in quei momenti mi sembra sicuramente di averla persa. Francesco conosceva il segreto. Per lui, deriva dall’amore nei confronti di Dio. Voleva pensare a Dio, essere vicino a Lui, parlare di Lui. Se poteva soffrire ed essere più simile a Dio, meglio.
Per noi, la gioia nasce dalla stessa fonte. Abbiamo la gioia attraverso il nostro amore per Dio, sapendo che Egli è vicino in ogni circostanza.
Se la gioia è collegata all’amore, è ragionevole che soffriamo quando chi amiamo soffre, e anche questa è gioia, perché è un segno del nostro amore nei suoi confronti. Anche quando sentiamo di essere gli unici per i quali la vita è una lotta, sappiamo comunque che Dio è con noi e che soffre con noi perché ci ama, e anche questa è gioia.
(Tratto da Aleteia)
Quindi in questa giornata preghiamo per tutte voi care CC, per le vostre Coccinelle e per le loro famiglie affinchè S.Francesco ci accompagni sempre nel Servizio e renda i cuori umili e ricchi di gioia.
Buon Volo
Michela, Frate Andrea e la Pattuglia Nazionale