Obiettivo: educare le coccinelle a non essere impazienti e frettolose, a non considerare solo le proprie necessità

Era arrivato l’autunno e lo scoiattolo Codino si dava un gran da fare per mettere da parte un bel mucchio di provviste.

Durante il letargo Codino si sarebbe svegliato di tanto in tanto, affamato, per fare uno spuntino e poi sarebbe tornato a dormire beato e con la pancia piena, quindi non voleva rimanere senza cibo! Da mattina a sera raccoglieva ghiande e noccioline e poi le portava nella sua tana, al sicuro.

Un giorno trovò una bella ghianda grande, lucida e molto, molto invitante.

“Mmmmh, che squisitezza – pensò – non posso resistere fino all’inverno, mi viene l’acquolina in bocca!” e così addentò subito il frutto, impaziente.

  • Ahi! Chi morde la mia casetta?! – Codino sentì una vocina uscire dalla ghianda.
  • Ehi, una ghianda parlante!
  • Ma quale ghianda parlante, sono io… – un piccolo bruco arrabbiato fece capolino dal frutto.
  • E tu chi sei? Cosa ci fai nella mia ghianda?
  • Io sono il bruco Livio e questa non è la TUA ghianda, è la MIA casa!
  • Non lo sapevo, scusami…
  • Ecco, siete tutti uguali voi divora-casette: prima le mangiate e poi vi pentite, ma noi poveri bruchi intanto rimaniamo senza un riparo per l’inverno!
  • Puoi venire nella mia tana!
  • No, non voglio venire nella tua tana, preferisco che non mangi la mia casetta!
  • Ma come faccio a sapere se una ghianda è la casetta di un piccolo bruco come te?
  • Semplice…basta bussare!
  • Hai ragione!

Da qual giorno Codino, prima di raccogliere una ghianda, bussava: toc toc…

  • C’è nessuno in casa? – chiedeva cortesemente.

Se non riceveva risposta raccoglieva il frutto, altrimenti lo rimetteva al suo posto e anzi lo copriva bene con le foglie, così che il piccolo bruco che lo abitava non avesse freddo durante l’inverno!