Obiettivo: scoprire l’importanza dell’ordine. La coccinella è sempre ordinata

Nel Bosco della Grande Quercia stava per arrivare l’inverno e a breve molti animali si sarebbero addormentati sotto un morbido e candido velo di neve, che come una coperta avrebbe nascosto i campi e i prati lì vicino.

Tutti gli animali erano in gran fermento prima del lungo riposo.

L’Ape Ronzina continuava a fare gli ultimi voli tra i pochi fiori rimasti e portava il nettare all’alveare.
Doveva stare molto attenta a mettere i pollini nella celletta giusta, in maniera ordinata, a seconda del fiore di provenienza per creare mieli dalle proprietà curative speciali.
Alcuni servivano per fare passare i dolori, altri per la tosse, alcuni per il mal di pancia, alcuni curavano lo stress e altri davano energia.
Beh, non si sa come – se per distrazione o per stanchezza o pigrizia – Ronzina aveva iniziato a mettere a caso i pollini che trasportava. Il lavoro così sembrava molto più veloce…da un fiore alla prima celletta che incontrava arrivando. Non poteva succedere nulla di grave in fondo. Erano tutti fiori dal profumo buonissimo e dai bellissimi colori perciò non potevano fare male.

Viveva in quel Bosco anche un riccio tuttofare che amava riempire la sua tana di ogni cosa trovasse sul suo cammino e riciclava tutto ciò di cui gli altri si liberavano. In casa sua non mancava niente: corde, sassi, spille, oggetti stravaganti di cui non conosceva l’utilizzo…
Aveva anche ampliato la sua tana per poter stipare tutta la roba che recuperava ogni giorno.
Fu così che quando il toporagno, camminando sulla pozza gelata, ci cadde dentro subito corsero dal riccio Gilberto a cercare una corda per salvare il malcapitato. Lui sicuramente ce ne aveva una. Infatti subito andò a cercarla, convinto di averla, ma in quel magazzino disordinato, strapieno di tantissimi oggetti di ogni tipo, ma non classificati né per l’utilizzo o per la forma … beh, era come cercare un ago in un pagliaio. Era passata più di mezz’ora e della corda neanche l’ombra. In compenso erano saltate fuori due spillette a forma di cuore, un accendino rotto, un sacchetto con della polverina gialla…ma nulla che potesse aiutarli a tirar fuori dal ghiaccio il povero toporagno.
Se avessero perso altro tempo…non sarebbe uscito vivo da quella pozza.

Gli uccellini allora presero dei rametti e, volando, li intrecciarono per formare una fune e scesero in volo vicino al malcapitato che tutto tremante riuscì ad allungare una zampetta ed afferrare il filo di legno che gli pendeva sulla testa.
Gli uccellini lo trassero in salvo ma era talmente infreddolito che serviva subito il miele che
dava energia, quello di castagno o di girasole per la febbre. Lo coprirono con le foglie e il pelo di mamma coniglia per tenerlo al caldo (cercare un pezzo di stoffa da Gilberto non aveva senso, anche se sicuramente quell’ compulsivo ce l’aveva da qualche parte!) e corsero da Ronzina a prendere il miele.

Peccato che lei avesse fatto con superficialità la sua raccolta e ora … non sapeva in quale celletta era sistemato il nettare che serviva. Ronzina capì che fare le cose velocemente ma senza rispettare l’ordine…non era poi così “forte” perché ora non poteva aiutare il suo amico: il miele era buono ma non aveva le proprietà giuste.
Voló più rapidamente che poteva nell’alveare dell’acacia e chiese aiuto alle api che vivevano lì. Loro gli diedero tutti i mieli utili e gli spiegarono in che ordine darli al toporagno.
Fu così che con le cure necessarie il toporagno si riprese. Ronzina imparò che per fare bene il suo compito doveva lavorare con cura e attenzione piuttosto che in velocità.
Tutti gli animali aiutarono il riccio a sistemare il suo magazzino così che fosse facile trovare ciò che serviva e avendo tutto in ordine fosse semplice e rapido accedere a ogni cosa.

Gli animali capirono che essere ordinati è impegnativo ma utile a vivere bene. Non è una noia ma il modo migliore di stare con sé e con gli altri.

Da quel giorno nel Bosco della Grande Quercia regnò l’ordine e tutti vissero più felici.