Un racconto meraviglioso da far ascoltare alle vostre coccinelle in questo periodo un po’ difficile.

Buon Volo!

 

OBIETTIVO: affrontare con serenità la situazione di emergenza Covid-19, preparare le bambine al  cambiamento, responsabilizzarle sull’importanza dell’attenzione e del rispetto delle regole, potenziare il loro senso civico.

Era una giornata fredda, ma non freddissima nel Bosco del Bel paese, l’inverno non era del tutto passato, ma l’aria cominciava a diventare più tiepida, le giornate si allungavano un po’ e al risveglio non si vedevano già più i lunghi cristalli di ghiaccio che pendevano dalle foglie.

Tutto lasciava pensare che la primavera stesse proprio tornando! Le piccole gemme facevano capolino dal terriccio umido, le corolle dei fiori erano pronte a rialzare piano piano la testa e a rivelarsi in tutto il loro splendore, e qualcuno giurava di aver visto i primi stormi di uccelli fare ritorno dai paesi lontani…

Gli animaletti del bosco erano a scuola, come ogni mattina, e mentre sedevano sui loro tronchetti, già fantasticavano su come avrebbero trascorso i pomeriggi, da lì a poco: lunghe passeggiate all’aperto, girotondi gioiosi con gli amici, partite a ghianda-volo con i più sportivi…Ma proprio mentre la loro mente vagava, un fischio prolungato li riportò alla realtà: Biagio, il gufo saggio nonché direttore della scuola stava passando per il villaggio a dare un avviso importante. Tutti i cuccioli, con i musetti schiacciati contro le vetrate, cercavano di ascoltare le sue parole che sembravano avvicinarsi e allontanarsi nell’aria con un tono molto preoccupato: “Carissimi abitanti del bosco del bel paese, ascoltatemi bene! Ho una notizia da darvi: è venuto a trovarci un animaletto sconosciuto, viene da molto lontano e parla una lingua incomprensibile: vorrebbe stabilirsi qui da noi e formarsi una famiglia numerosa. Rischiamo di perdere le nostre abitazioni! Qualcuno tra i vecchi saggi del bosco ha provato a fermarlo, a fargli qualche domanda, ma lui scappa sempre! Porta con sé una specie di bacchetta e tutto quello che tocca diventa freddo e grigio. Qualche cosa, però i nostri anziani l’hanno capita: è allergico al sapone e quando qualcuno si lava le mani a lui viene una specie di orticaria, la sua pelle pizzica ed è costretto a fuggire; inoltre è molto invidioso: se vede che qualcuno si abbraccia, si fa le coccole, si prende per mano, per dispetto lui li guarda da lontano e fa venire loro tosse e febbre! Ma, cosa ancor più particolare, ha tanta paura di restare da solo, e se nessuno gli apre la propria tana, lui resiste per pochi giorni, ma poi se ne scappa via. Per questo…”.

“Per questo motivo – al discorso si unì Primo, il sindaco del Villaggio – per questo motivo dovete farci una promessa speciale: non dovete aprire le vostre tane, non dovete farvi vedere in giro per il bosco e dovete usare il sapone il più possibile: il profumo di pulito deve inebriare talmente tanto il bosco da costringerlo a ritirarsi! Se farete quello che vi abbiamo chiesto, andrà tutto bene! Siete capaci di farci questa promessa?” Certo che si! I papà e le mamme, udito il messaggio del gufo e del sindaco, andarono subito a scuola a prendere i loro cuccioli, raccolsero qualche provvista qua e là, ospitarono gli anziani del bosco nelle loro tane e vi si rinchiusero in fretta.

Ma che novità era mai questa? Nel bosco erano tutti un po’ disorientati… nessuno aveva mai assistito ad una scena come questa! Nemmeno i vecchietti del Bosco del bel paese ricordavano di aver sentito una storia simile… Chi sarà mai questo misterioso animale? Chi lo avrà portato fino a lì? Cosa vorrà da tutti loro?

Basta con le domande…ora era il tempo di tacere e di rispettare ciò che il gufo e il sindaco avevano chiesto con tanta insistenza! Con il passare dei giorni, però, si scoprì che purtroppo, questo esserino misterioso, non si era limitato a bussare alle porte del loro villaggio, ma era passato con la sua bacchetta anche in tanti altri boschi e villaggi, praticamente aveva viaggiato in tutto il mondo!

Si sentivano i notiziari in tutte le lingue, che parlavano tutti dello stesso argomento, e che raccomandavano a tutti le stesse cose di Biagio e Primo. Era proprio quello che si doveva fare, allora! Che noia, però, stare sempre dentro la tana, che tristezza non poter abbracciare gli amici, i compagni, i parenti… bisognava ingegnarsi ed utilizzare quella cosa che nessun nemico straniero avrebbero potuto rubare: la fantasia!

Fu così che, a poco a poco, cominciarono a circolare nel villaggio tante idee gioiose e divertenti: chi proponeva di suonare uno strumento dalla propria tana, chi dipingeva dei quadri e li esponeva fuori, chi si dava appuntamento ad un’ora precisa e si affacciava dalla finestra per cantare, ballare, osservare le stelle, recitare una preghiera … chi sfornava dolci e biscotti in quantità!

Piano piano, il grigio che lo straniero aveva portato, fu sostituito dai colori dell’arcobaleno, dalla consapevolezza di sentirsi uniti e vicini anche senza potersi toccare, dalla speranza che, presto, sarebbe tutto finito e la vita di tutti, in tutti i villaggi del mondo, sarebbe stata di nuovo una festa. Anzi…una festa ancora più gioiosa, dopo tanti giorni di paura e di solitudine.

Ci si organizzava così, un’idea dopo l’altra, fino a che…fino a che un bel giorno si udì di nuovo la voce del sindaco Primo, che con un tono gioioso stavolta annunciava a tutti: “Carissimi, con tanta gioia e gratitudine, vi comunico che il nostro visitatore sconosciuto si è allontanato. Grazie all’impegno e ai sacrifici di tutti siamo riusciti a farlo andar via! Usciamo per le strade e abbracciamoci forte! I colori e la gioia sono tornati!”

Gli animali di tutte le specie, di tutte le età, uscirono senza indugio dalle loro tane, e appena fuori, furono inondati dal calore del sole che ormai si tratteneva a lungo nel cielo, sommersi dai colori e dai profumi di mille fiori diversi, cullati dai lieti versi degli uccellini che volteggiavano liberi nell’aria. Non c’era alcun dubbio: la primavera era tornata e tutto il villaggio del Bel paese, riunito a festa, poteva finalmente godersela!

Neanche il temporale faceva più paura, perché dopo la pioggia tornava sempre il sereno e ad annunciarlo c’era un trionfo di colori, un arcobaleno luminoso che sembrava dire al mondo intero: andrà tutto bene!