CAMBIO DELLA CAPO CERCHIO

Racconto:

Nel bosco Arcobaleno vicino al fiume della Pace nel Villaggio della Fantasia, viveva una coccinella di nome Emma, era una Coccinella assai buffa ma veramente speciale.

Emma non era più tanto giovane di età ma aveva lo spirito di una ragazzina, sempre alla ricerca di nuove avventure, sempre in viaggio con il suo ombrellino colorato si lasciava portare dal vento e dovunque atterrava sembrava portare gioia e colore.

Ma Emma non era stata sempre così lo sapete?!

Quando era più giovane era sempre super indaffarata, riempiva la sua giornata di mille attività, cose che lì per lì le piacevano molto, ma nulla alla fine sembrava renderla veramente felice e quindi a fine giornata era sempre insoddisfatta senza nemmeno capirne il motivo.

Un giorno stanca di questa tristezza decise di partire e andare alla ricerca di risposte che le facessero capire perché non riusciva ad essere veramente felice.

La sua amica Cicala le avevano detto che l’Aquila saggia che viveva in cima alla vetta del Monte Gioia l’avrebbe sicuramente aiutata.

Di buon mattino si alzò, prese uno zaino e ci infilò dentro un po’ di cose da mangiare, un buon libro da leggere, qualche maglione per il freddo, una sciarpa calda e partì.

Svolazzò tutta la mattina sul prato verde e giunta verso mezzogiorno appena fuori dal villaggio decise di fermarsi a mangiare qualcosa e riposare un po’. Si fermò all’ombra di una verde foglia e non fece in tempo a tirar fuori il suo succulento panino dallo zaino che senti qualcuno singhiozzare. Si guardò intorno e vide una piccola Lumachina sconsolata ferma vicino al gambo di un fiore rosso. Si avvicinò e le chiese cosa fosse accaduto e perché piangesse in quel modo. La Lumachina scoppio in lacrime e raccontò a Emma che l’inverno era ormai alle porte e lenta com’era non aveva fatto in tempo a raccogliere provviste sufficienti per lei e la sua famiglia e in quella zona il periodo del gelo era lungo e lei era tanto preoccupata. Emma sentì tanta pena nel cuore e decise subito di aiutare la povera Lumachina. La accompagnò pian pianino verso casa e senza pensarci nemmeno un secondo, le lasciò tutte le provviste che aveva, il suo panino, i suoi biscotti e la sua fetta di torta di mele. La Lumachina scoppiò di nuovo a piangere ma stavolta dalla gioia “Dio ti benedica Emma, tu possa trovare presto ciò che cerchi. Io e la mia famiglia pregheremo per te”.

Era ormai già pomeriggio ed Emma era ancora a pancia vuota, ma aveva il cuore pieno di gioia. Era una sensazione strana, le sembrava di aver mangiato a un banchetto di nozze, non aveva nemmeno più fame talmente era felice di aver fatto felice qualcuno. Decise di rimettersi in volo e di arrivare appena all’inizio del bosco per trovare un rifugio per la notte. Avrebbe proseguito il giorno seguente di buon mattino. Arrivò nel bosco e vide una bella quercia con i rami folti e rigogliosi e decise di fermarsi lì per la notte. Sistemò lo zaino e pensò che magari si sarebbe addormentata prima leggendo qualche pagina del suo libro preferito. Chiese a una Lucciola che passava di lì se poteva fare un po’ di luce e tirò fuori il suo libro di avventure. Appena lo aprì sentì sotto di lei la terra muoversi e impaurita penso a qualche terremoto ma subito dopo vide due occhietti neri sbucare dalla terra, era una piccola Talpa curiosa che aveva sentito il fruscio delle pagine del libro e curiosa era sbucata fuori. Emma si presentò subito e la Talpa le disse che lei adorava i libri ma che essendo un po’ ciecata non poteva leggerli da sola e così Emma, che pensava di leggersi solo un paio di pagine e andarsene a dormire, si mise vicino la piccola Talpa e decise di leggerle tutto il libro fino al mattino. La Talpa era talmente felice che non finiva più di ringraziare Emma ed Emma era talmente felice di vedere tanta felicità che nemmeno aveva più sonno e siccome le prime luci del mattino già schiarivano in cielo, decise di ripartire subito. Lasciò alla Talpa il suo libro come ricordo e partì. Non aveva né fame né sonno.

Che strana sensazione aveva nel cuore. Continuava a pensare alla Lumachina e alla talpa e si sentiva felice, piena.

Volò senza sosta quasi tutto il giorno e giunta ai piedi della montagna cominciò a sentire un gran freddo. Aprì lo zaino e fu contenta di vedere che aveva portato due maglioni perché era proprio il caso di metterli entrambi.

Infilò il primo maglione e sentì sopra di lei il vento spostarle le antenne. Guardò e vide un Fringuello affannato che sbatteva le ali e portava su e giù dei rametti con il suo becco.

Buon Pomeriggio Fringuello. Cosa fai di bello? Peccato hai quei rametti in bocca mi hanno detto che hai una bellissima voce e mi avrebbe fatto piacere sentirti cantare. Il Fringuello si avvicinò ad Emma e le disse affannato che sua moglie stava per partorire e il nido non era ancora pronto e che con quel freddo i suoi piccoli non sarebbero di certo sopravvissuti.

Emma che nel frattempo si era scaldata con il suo bel maglioncino di lana pensò che forse poteva rinunciare a mettersi il secondo e sopportare un po’ del freddo delle alte vette per aiutare il fringuello e i suoi cuccioli e così fece.

Sistemarono insieme il secondo maglione e la sciarpa e il nido fu pronto in un attimo. Il Fringuello con il cuore riconoscente decise di dedicare a Emma una bellissima canzone che faceva così

Cammina con lo zaino sulle spalle

La fatica aiuta a crescere

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Canta e cammina Canta e cammina

Se poi, credi non possa bastare, segui il tempo stai pronto e…

Danza la vita al ritmo dello spirito oh Danza, danza al ritmo che c’è in te

Danza la vita al ritmo dello spirito oh Danza, danza al ritmo che c’è in te

Emma era commossa a sentire queste parole che le avevano scaldato il cuore e arrossito le gote e col cuore colmo di gioia riprese il volo verso la casa dell’Aquila saggia. La meta non era lontana e stranamente lei non aveva né sonno, né fame, né freddo, era semplicemente felice come non lo era da tempo.

Arrivata a casa dell’Aquila questa la accolse con thè caldo e pasticcini. Non le capitava spesso di avere ospiti quindi era una occasione di festa per lei.

Si misero comode e l’Aquila saggia le chiese di raccontarle del suo viaggio e il motivo per cui aveva deciso di affrontare tanta strada. Emma le raccontò ogni cosa, della sua tristezza, della Lumaca, della Talpa, del Fringuello e l’Aquila la ascoltò attentamente.

Poi sorrise e le chiese di guardare dentro al suo zaino

…era vuoto…

Poi le chiese ancora di ascoltare il suo cuore

…era pieno…

Vedi Emma, la ricetta della vera felicità è quella di rendere felici gli altri. Tu hai un dono grande in te, sai ascoltare gli altri e sai renderti utile. Eri triste perché eri concentrata su te stessa e questo ti impediva di mettere a frutto tutti i tuoi talenti. Come una macchina tenuta in garage, un seme senza terra, una partita a calcio senza palla.

Torna a casa Emma, hai trovato le risposte che il tuo cuore cercava adesso sai cosa fare. L’Aquila chiamò l’amico Vento a sé e regalò ad Emma un ombrellino colorato. Soffia forte amico mio e porta Emma dove serve portare un po’ di colore e gioia. Il Vento soffiò forte e accompagnò Emma fino a casa dove raccontò alla sua famiglia e ai suoi amici che aveva deciso come spendere la sua vita, servendo gli altri e che questo, solo questo l’avrebbe resa felice. Tutti furono contenti di vederla finalmente così viva e lei promise che ogni tanto sarebbe tornata e raccontare loro delle sue avventure e dei suoi viaggi. Poi chiamò l’amico Vento a sé e il vento che aveva visto delle Coccinelle un po’ tristi in un villaggio vicino decise di soffiare forte e accompagnare Emma fin lì. Lei apri il suo ombrellino e quando atterrò tutti la guardarono un po’ sorpresi…era così buffa, era vestita strana, conosceva canzoncine divertenti e faceva buffi balletti e conosceva mille mila giochi.

Dopo qualche tempo, Emma si accorse che il suo lavoro lì era terminato e che le Coccinelle avevano finalmente trovato la gioia di stare insieme. Individuò tra le coccinelle più grandi una Coccinella speciale, una che si sarebbe occupata con grande amore delle più piccine, che avrebbe speso anche lei la sua vita per tenere accesa la lanterna della gioia in quel bosco. Era una Coccinella giovane e piena di amore, sapeva suonare la chitarra e con le sue zampette sapeva ricamare e fare tanti meravigliosi animaletti di pasta colorata. Emma era sicura che il suo compito in quel bosco era terminato e che poteva partire di nuovo in cerca di altri piccoli animaletti da aiutare.

Ciao coccinelle, ricordatevi che un sorriso fa fare molta più strada di un brontolio e che in fondo la felicità è fatta di piccole cose fatte con amore…

ECCOMI Vento, arrivo, SONO PRONTA!!!!!

Buon Volo, Coccinelle!

A presto!